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Immigrazione, UDC teme rabbia popolare

Attenzione a prendere sul serio il popolo, dice il presidente UDC. KEYSTONE/LUKAS LEHMANN sda-ats

(Keystone-ATS) Il presidente UDC Albert Rösti mette in guardia da una possibile esplosione della rabbia popolare in Svizzera se non si affronterà seriamente il problema dell’immigrazione.

“In Svizzera si rischiano tumulti popolari se il mondo politico nel lungo termine ignorerà votazioni democratiche e nel contempo gli immigrati ci porteranno via i nostri impieghi e rovineranno il sistema sociale”, sostiene Rösti in dichiarazioni riportate dal SonntagsBlick.

Il consigliere nazionale bernese parla di una situazione “altamente pericolosa”. L’Africa si sta muovendo verso l’Europa, è in corso una migrazione di popoli. A questa si aggiunge poi l’immigrazione dall’Ue, che toglie il posto di lavoro agli svizzeri ultra 50enni e fa esplodere i costi della socialità.

Con la sua iniziativa approvata il 9 febbraio 2014 l’UDC – afferma Rösti – voleva disinnescare questa bomba: la proposta avanzata venerdì da una commissione del Nazionale per applicare il mandato costituzionale è però insufficiente. “L’immigrazione rimarrà il nostro principale problema e difficilmente arretrerà”.

Un referendum contro la legge d’applicazione non viene escluso. Se la sinistra riuscirà ad ampliare le misure di accompagnamento – mai piaciute all’UDC – il partito dovrà portare la legge davanti al popolo, afferma il 49enne.

A suo avviso non si deve inoltre sottovalutare l’effetto di quanto sta accadendo sulla percezione popolare della democrazia diretta. “Vedo il pericolo che i votanti rimangono a casa e si dicano: eleggere e votare non serve a nulla”.

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