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Ipoteche: giovani discriminati, secondo CEO Raiffeisen

La banca non è d'accordo con la politica di concessione dei prestiti. KEYSTONE/SIGGI BUCHER sda-ats

(Keystone-ATS) Considerato l’attuale contesto caratterizzato dai bassi tassi di interesse i requisiti richiesti per la concessione di ipoteche sono troppo severi: lo sostiene il presidente della direzione di Raiffeisen, Patrik Gisel.

A suo avviso le direttive attuali eccedono in prudenza e discriminano i giovani. “Una giovane famiglia non ha alcuna chance di ottenere un mutuo”, afferma Gisel in un’intervista pubblicata oggi dalla SonntagsZeitung. “I criteri relativi alla sostenibilità sono troppo severi.

Attualmente – spiega il manager 54enne – chi chiede un credito ipotecario di 600’000 franchi con una durata di 10 anni paga 750-800 franchi al mese. La banca concede però il prestito solo se sarebbe in grado di versare allo stesso scopo 2500 franchi. Questo perché l’istituto nei suoi calcoli ricorre a un interesse teorico del 5%, cui si aggiungono ammortamento (1%) e manutenzione (1%). Una famiglia deve quindi essere in grado di far fronte a un onere del 7% dell’ipoteca.

Secondo Gisel requisiti minimi sono necessari, ma quelli in vigore oggi eccedono per prudenza. A suo avviso bisognerebbe far sì che i clienti con scarse disponibilità immediate possano portare il capitale proprio necessario sull’arco di più anni. Inoltre la sostenibilità andrebbe calcolata con un tasso del 3%.

Per il CEO di Raiffeisen oggi i giovani sono discriminati, perché solo i più anziani hanno sufficienti mezzi nella cassa pensioni per accedere alla priorità. Per questa ragione l’età media di chi ottiene un’ipoteca è intorno ai 50 anni. “Questo deve cambiare”, afferma Gisel, che come noto è succeduto un anno fa a Pierin Vincenz.

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