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Italia: morto Marco Pannella a 86 anni

Marco Pannella, a Radio Radicale, nel dicembre del 2012. Keystone/EPA/MASSIMO PERCOSSI sda-ats

(Keystone-ATS) Marco Pannella, lo storico leader dei radicali italiani, è morto in una clinica di Roma dove era stato ricoverato ieri per l’aggravarsi delle sue condizioni. Aveva compiuto 86 anni lo scorso 2 di maggio.

L’annuncio è stato dato in diretta da Radio Radicale che sempre ieri aveva dato notizia del ricovero.

Lo stesso Marco Pannella, all’anagrafe Giacinto Pannella, si definiva radicale, socialista, liberale, federalista europeo, anticlericale, antiproibizionista, antimilitarista, nonviolento e gandhiano.

Commentandone la morte, il premier Matteo Renzi lo ha descritto come “un grande leader politico; il leader radicale che ha segnato la storia di questo paese con battaglie talvolta controverse ma sempre coraggiose e a viso aperto. Rendo omaggio a nome mio e del governo alla storia di questo combattente e leone della libertà”.

Pannella fondò il Parto radicale nel 1955, insieme a personaggi del calibro di Leo Valiani ed Eugenio Scalfari. Nel 1963 ne assume la segreteria, diventando il dominus indiscusso.

Nel 1965 inizia la campagna divorzista, d’intesa con il socialista Loris Fortuna. Sarà uno dei suoi tanti successi politici. Anni dopo verrà anche la vittoria sull’aborto.

Pannella, intanto, sviluppa un intenso dialogo con il Movimento nonviolento. E la nonviolenza sarà la la linea tutta l’azione politica di Pannella e dei Radicali: non si contano gli scioperi della fame e della sete, le clamorose proteste, sempre non violente, di disobbedienza civile, i sit-in.

Il primo digiuno nel 1961, contro la guerra d’Algeria, la prima volta in Italia nel 1968, per il ritiro dei sovietici da Praga.

Lunghissima la sua esperienza politica: nel 1976 viene eletto per la prima volta alla Camera. Ci tornerà nel 1979, nel 1983 e nel 1987. È stato europarlamentare con la Lista Bonino, ma anche presidente della XIII circoscrizione del Comune di Roma (Ostia), consigliere comunale a Trieste, Catania, Napoli, Teramo, Roma e l’Aquila, oltre che consigliere regionale del Lazio e dell’Abruzzo.

Innumerevoli le sue campagne e le iniziative referendarie: dall’abolizione della pena di morte alla fame nel mondo, dalla legge elettorale alla giustizia, alla drammatica situazione delle carceri italiane: nel corso di tre decenni, sotto la guida di Pannella, i Radicali hanno raccolto quasi cinquanta milioni di firme, un record che difficilmente potrà essere battuto in Italia.

Molti anche le candidature originali nelle liste radicali: celeberrima e indimenticata quella della biondissima pornostar Ilona Staller, in arte Cicciolina, eletta deputata nel 1987 con 20’000 preferenze, seconda, nelle liste del Partito radicale, solo allo stesso Pannella.

Tre anni prima viene eletto eurodeputato con i Radicali Enzo Tortora, prima condannato per fatti di droga e poi assolto con formula piena. Nel 1983 era stato eletto alla Camera Toni Negri, ex leader di Autonomia operaia, con 13’000 preferenze. Nel 1979 Pannella era riuscito a portare a Montecitorio Leonardo Sciascia, che vi sarebbe rimasto, come deputato radicale, fino al 1983.

Pannella ha spesso usato l’arma della provocazione. Nel 1978, per protestare contro quella che a suo giudizio era la disinformazione della tv di Stato, si presentò negli studi della Rai – insieme ai compagni di partito Bonino, Mellini e Spadaccia – imbavagliato per partecipare in silenzio a un dibattito sui referendum (legge Reale, aborto e finanziamento pubblico ai partiti).

Per dare il più ampio risalto possibile alla sua campagna per la liberalizzazione delle droghe leggere, nel 1995 si è fatto arrestare, insieme ad altri esponenti radicali, per “spaccio” di droga.

Grande fumatore (due o tre pacchetti di gauloises senza filtro al giorno), Pannella non si è fermato neanche dinanzi al tumore: l’anno scorso gliene diagnosticarono uno al polmone con metastasi epatica. Ma questo non gli è stato di ostacolo per combattere fino alla fine le sue battaglie.

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