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Italia: piano UBS di salvataggio Monte Paschi abbandonato

Italia: piano UBS di salvataggio Monte Paschi abbandonato (foto d'archivio). KEYSTONE/AP NY/LUCA BRUNO sda-ats

(Keystone-ATS) UBS, sostenuta da fondi d’investimento statunitensi, ha proposto tardi ieri sera un piano di salvataggio alla Banca Monte dei Paschi di Siena (Mps), in piena crisi.

Il progetto, curato anche dall’ex ministro italiano Corrado Passera, oggi non è però stato presentato al consiglio di amministrazione (cda) dell’istituto toscano, che potrebbe essere tratto d’impiccio da un consorzio di otto banche, tra cui Credit Suisse.

Mps ha ricevuto la proposta targata UBS-Passera a poche ore dall’annuncio, questa sera, dei risultati degli “stress test” del settore bancario in Europa. In un comunicato, il terzo istituto di credito italiano ha indicato che gli sono state recapitate due lettere, di UBS e di Passera. Quanto al contenuto delle missive, la banca non ha fornito dettagli.

Un portavoce di Mps, contattato dall’agenzia di stampa Reuters, ha però spiegato che le due lettere fanno riferimento alla medesima proposta di salvataggio. Il cda ha iniziato a valutarla e ha chiesto un complemento d’informazione, ha aggiunto.

Stando a una fonte vicina al dossier, sentita sempre da Reuters, Passera, già ministro dello sviluppo economico e ministro delle infrastrutture e dei trasporti (allora indipendente, oggi membro di Italia Unica) dell’esecutivo di Mario Monti (giudicato un governo tecnico d’emergenza dalla stampa) nonché ex banchiere dato che aveva diretto Intesa Sanpaolo, avrebbe poi dovuto presentare oggi il piano al cda di Mps. Ma così non è stato, come hanno riferito all’agenzia di stampa italiana Ansa due fonti finanziarie.

Reuters ha riferito che il piano di salvataggio UBS-Passera avrebbe dovuto essere un’alternativa a un progetto che Mps sta preparando con le banche JP Morgan e Mediobanca, che nell’operazione hanno la funzione di consulenti.

Il progetto, ha indicato sempre Reuters, prevedeva un’iniezione di capitali tra i 2,5 e i 3 miliardi di euro (2,7-3,3 miliardi di franchi) nell’istituto di credito toscano oltre alla conversione volontaria di una parte dei titoli subordinati in azioni.

Il progetto comprendeva un aumento di capitale di 5 miliardi di euro e la cessione di 10 miliardi di un portafoglio di crediti considerati irrecuperabili. Auspicava pure, come il piano elaborato dalla stessa Mps, che la Banca centrale europea (Bce) dispensasse l’istituto di credito toscano dalla revisione dei suoi modelli interni di valutazione dei rischi dopo la cessione dei crediti dubbiosi. Una tale revisione avrebbe un impatto negativo sui suoi fondi propri, ha aggiunto un’altra fonte.

Mps sta tentando di realizzare un aumento del capitale di 5 miliardi di euro, che spera di poter annunciare dopo la pubblicazione, questa sera alle 22.00, dei risultati dei test di resistenza degli istituti di credito europei.

Stando a fonti bancarie, sempre contattate da Reuters, questi test di resistenza riveleranno che la banca toscana non dispone dei fondi propri necessari per resistere a una situazione economica tesa.

Il piano preparato da JPMorgan e Mediobanca ieri è fallito a causa del rifiuto di tre istituti, Morgan Stanley e gli italiani UniCredit e Intesa SanPaolo, di partecipare all’aumento di capitale.

Stando a un’altra fonte che conosce da vicino la questione, Reuters questo pomeriggio ha indicato che Mps si appresta a costituire un consorzio di otto banche in grado di garantire un aumento del capitale dei 5 miliardi di euro auspicati.

Oltre a JPMorgan Chase e Mediobanca nel consorzio si trovano Goldman Sachs, Bank of America Merrill Lynch, Citigroup, Deutsche Bank, Santander nonché Credit Suisse. Gli otto istituti per ora hanno dato il loro accordo informale al progetto di salvataggio.

Senza un piano credibile, la Banca centrale europea (Bce) potrebbe ordinare la liquidazione di Mps.

La pessima salute della più vecchia banca del mondo ancora in attività – nata nel 1472 come monte di pietà per dare aiuto alle classi disagiate della popolazione della città di Siena – può minacciare il sistema bancario italiano, i risparmi di migliaia di privati in possesso delle sue obbligazioni ma anche l’avvenire politico del presidente del Consiglio Matteo Renzi (Pd), sempre più indebolito dalla crisi delle banche della Penisola.

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