Prospettive svizzere in 10 lingue

L’Isis fa il tifo per Trump, nemico ideale

Il candidato repubblicano Donald Trump KEYSTONE/AP/GERALD HERBERT sda-ats

(Keystone-ATS) L’Isis ‘tifa’ per l’elezione di Donald Trump alla Casa Bianca, nella convinzione che la sua retorica anti-Islam lo rendano “il nemico perfetto”, contribuendo a fare nuovi proseliti e a radicalizzare i musulmani in Usa e in Europa.

È quanto emerge da una serie di interviste e commenti sui social network da parte di militanti ed ex militanti dell’Isis, come ha raccontato l’autorevole magazine Foreign Affairs, in un articolo ripreso poi da vari media americani.

Lo Stato islamico non confida invece in Hillary perché la candidata democratica, come del resto il presidente Barack Obama, non ha mai demonizzato i musulmani, anzi ha sempre sottolineato che “l’Islam non è il nostro avversario”: difficile quindi denigrarla e usarla come simbolo negativo per mobilitare alla Jihad.

Finora il tycoon ha promesso di sradicare il Califfato a tutti i costi, bombardando e mandando almeno 30 mila soldati a combatterlo, senza escludere l’uso delle armi nucleari. E ha proposto anche un bando contro i musulmani, quantomeno di quelli provenienti da Paesi a rischio terrorismo.

Ci si poteva attendere qualche apprensione tra i militanti dell’Isis. Invece è il contrario. Innanzitutto perché Trump conferma e alimenta la loro narrazione di un mondo bipolare in cui l’Occidente è in guerra con l’Islam in un cruciale scontro di civiltà. In secondo luogo perché l’ostilità del magnate verso i musulmani aumenta le probabilità che si radicalizzino e agiscano come ‘lupi solitari’.

Inoltre i sostenitori dell’Isis ritengono che il re del mattone sia un leader instabile e irrazionale le cui decisioni impulsive indebolirebbero gli Usa, sia in caso di nuove guerre sia in caso di isolazionismo, con un progressivo ritiro dal Medio Oriente.

Infine, i seguaci del Califfato credono nella profezia della “Battaglia finale” nella città siriana di Dabiq, dove trionferanno sui loro nemici, che saranno guidati appunto da Trump. Il candidato repubblicano è già protagonista di alcuni video dell’Isis per le sue dichiarazioni anti-Islam dopo l’attentato a Bruxelles e a Orlando e sta diventando sempre più noto tra i jihadisti grazie alla copertura delle presidenziali americane da parte di Al Jazeera.

Mentre il duello elettorale si intensifica, il Califfato vede una opportunità per far avanzare i propri obiettivi ideologici e militari. Ecco quindi che i suoi militanti tifano apertamente per Trump. “Chiedo ad Allah di portare Trump all’America”, ha scritto la scorsa settimana un portavoce dell’Isis su Nashir, un canale dello Stato Islamico su Telegram. Intanto, un altro supporter dell’Isis postava su un canale analogo il seguente messaggio: “La ‘agevolazione’ dell’arrivo di Trump alla Casa Bianca deve essere una priorità per i jihadisti ad ogni costo!”. Trump è “il nemico perfetto”, assicura Tarek, un ex combattente dell’Isis.

SWI swissinfo.ch - succursale della Società svizzera di radiotelevisione SRG SSR

SWI swissinfo.ch - succursale della Società svizzera di radiotelevisione SRG SSR