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L’Onu dichiara guerra a plastica oceani con #CleanSeas

(Keystone-ATS) Oltre otto milioni di tonnellate di plastica finiscono ogni anno nei mari del globo: come se ogni minuto si riversasse in acqua un camion pieno di rifiuti.

Con queste stime alla mano l’Onu dichiara “guerra” alla plastica negli oceani con una nuova campagna di pulizia e sensibilizzazione globale. Obiettivo: eliminare entro il 2022 le principali fonti di inquinamento marino, dalle microplastiche in ambito cosmetico all’eccessivo uso di oggetti di plastica usa e getta (come buste o bottiglie).

Dall’Economist World Ocean Summit di Bali, l’Unep – il Programma ambientale dell’Onu – ha lanciato #CleanSeas. L’iniziativa si rivolge a governi, industria e consumatori con un appello a ridurre “urgentemente” la produzione e l’uso eccessivo di plastica che sta inquinando gli oceani, danneggiando la vita marina e minacciando anche la salute dell’uomo visto che le microplastiche che entrano nella catena alimentare finiscono pure nei nostri piatti. Le Nazioni Unite puntano a innescare una trasformazione sostenibile in ogni settore: dalle abitudini delle persone a standard e politiche per ridurre la spazzatura.

Alla campagna hanno già aderito dieci Paesi – Belgio, Costa Rica, Francia, Grenada, Indonesia, Norvegia, Panama, Saint Lucia, Sierra Leone e Uruguay – mentre tra sponsor e testimonial ci sono la compagnia Dell Computer, il cantante Jack Johnson, l’attore Adrian Grenier. Tra gli impegni presi quello dell’Indonesia di ridurre del 70% la spazzatura marina entro il 2025, o l’introduzione entro l’anno di una tassa sui sacchetti di plastica da parte dell’Uruguay.

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