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Mandela: media, ci fu la Cia dietro il suo arresto

Nelson Mandela a Davos nel 1992. KEYSTONE/STR sda-ats

(Keystone-ATS) Ci fu la Cia americana dietro l’arresto di Nelson Mandela nel 1962 nel Sudafrica razzista dell’apartheid. A confessarlo un vecchio ex agente dei servizi Usa che si occupò in prima persona dell’operazione, giustificata in chiave anti-comunista e anti-sovietica.

La rivelazione, rimbalzata su altri media internazionali, è ripresa oggi in evidenza dal Sunday Times britannico. Ed è il frutto delle parole dell’ex 007 Donald Rickard, intervistato e registrato nei mesi scorsi, poco prima di morire a 88 anni, dal regista inglese John Irvin, autore di un film (mostrato ieri in anteprima al festival di Cannes) sui giorni che precedettero l’arresto di Mandela 54 anni fa.

All’arresto sarebbe seguito quasi un trentennio di galera, prima della libertà, degli accordi per la fine dell’apartheid e della sua ascesa a primo presidente nero di un Sudafrica democratico.

Nella sua testimonianza, Rickard (operativo dell’intelligence Usa in Sudafrica all’epoca della presidenza Kennedy e in servizio poi nei ranghi della Cia sino al ritiro a fine anni ’70) spiega che la cattura di Nelson Mandela, fermato mentre si muoveva in incognito a bordo di una vettura travestito da autista fra Johannesburg e Durban, avvenne grazie alle informazioni che lui stesso fu in grado di carpire dai suoi contatti interni all’African National Congress (Anc) e che passò poi alla polizia.

Nessun pentimento o ripensamento: per lui Mandela sarebbe stato all’epoca “un giocattolo dei sovietici”, uno che “si definiva democratico, ma mentiva ed era orgoglioso di essere comunista”, uno che “andava fermato” prima di dar vita a “un’ondata di guerriglia”, a “una rivoluzione che avrebbe aperto la strada” a un fantomatico “intervento russo”.

Parole contestate decisamente da Ronnie Kasrils, veterano dell’Anc, secondo il quale l’ipotesi di un intervento della Cia per favorire l’arresto di Mandela nel ’62 fu in effetti sempre al centro di sospetti diffusi; e sembra ora confermarsi come “un vergognoso tradimento”.

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