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Olanda e Belgio contro i piani USA anti-aborto

(Keystone-ATS) Parte dalla liberale e progressista Olanda la risposta europea al passo indietro sull’aborto degli Stati Uniti.

Per compensare il taglio di fondi deciso dal neopresidente Donald Trump per le ong che aiutano il ricorso all’interruzione volontaria di gravidanza, gli olandesi hanno lanciato l’idea di un fondo internazionale per i Paesi in via di sviluppo, a cui il vicino Belgio ha subito dato il suo appoggio con la speranza di dare l’esempio agli altri Paesi in Europa e non solo.

La tensione sale, intanto, in vista di domani quando, a una settimana dalla ‘Marcia delle donne’, scenderanno in campo a Washington gli anti-abortisti con la ‘Marcia per la vita’, rafforzati dalle nuove posizioni della Casa Bianca.

La ministra olandese per la cooperazione e lo sviluppo Lilianne Ploumen non ha perso tempo dopo la decisione di Trump, presa quasi come uno sfregio a ridosso del 44esimo anniversario della ‘Roe contro Wade’, la sentenza simbolo con cui la Corte Suprema nel 1973 legalizzò l’aborto negli Usa.

“Il divieto d’aborto non porta a meno aborti ma a più pratiche irresponsabili in luoghi clandestini e a più mortalità materna”, ha ammonito Ploumen, lanciando così “l’iniziativa per un fondo internazionale per offrire alle donne nei Paesi in via di sviluppo l’accesso a buone informazioni, ai mezzi contraccettivi e all’aborto”.

Sponda immediata da parte del Belgio, dove l’omologo della Ploumen, il ministro alla cooperazione Alexander De Croo, ha dato il suo sostegno all’idea del Fondo che si iscrive “nelle priorità della politica belga di sviluppo”. “Questa decisione della Casa Bianca ha un impatto diretto sulla vita di milioni di ragazze e di donne nei Paesi in via di sviluppo”, ha ammonito.

Si tratta, secondo le stime dell’ong Marie Stopes International, di un buco di 600 milioni di euro di finanziamenti per i prossimi quattro anni che rischiano di dar luogo a 6,5 milioni di gravidanze indesiderate, 2,1 milioni di aborti a rischio e la morte di 21.700 madri.

Per questo, ha sottolineato la ministra olandese, “dobbiamo compensare questo colpo finanziario quanto possibile con un fondo ampiamente sostenuto a cui governi, imprese e organizzazioni sociali possano fare donazioni” in modo che “le donne possano restare padrone del loro corpo”.

Non così la pensano i militanti antiabortisti che sfileranno domani tra la Casa Bianca e la Corte Suprema, in una ‘Marcia per la vita’ che rischia di diventare ormai una vera e propria dimostrazione di forza a una settimana dalla ‘Marcia delle donne’.

Vi interverranno tra gli altri Kellyanne Conway, influente consigliere di Trump, il cardinale Timothy Dolan di New York e altri responsabili religiosi. Un fossato sempre più grande anche sui diritti umani e sviluppo sembra scavarsi con l’Europa, riassunto così da De Croo: “Con gli Usa se è possibile, senza se è necessario”.

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