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ONU, Guterres: serve risposta europea su migranti

Il segretario dell'ONU Antonio Guterres KEYSTONE/AP/UNTITLED sda-ats

(Keystone-ATS) Antonio Guterres, nuovo segretario generale dell’Onu, in un’intervista a varie testate (La Stampa, Guardian, Sueddeutsche Zeitung, Le Monde) sottolinea che sul problema dei migranti “abbiamo bisogno di una risposta europea”.

“In una Ue che nel 2016 ha ricevuto circa un milione di persone, cioè il 2% della sua popolazione, questo fenomeno poteva essere gestito, se ci fosse stato un investimento importante nelle aree di accoglienza”, afferma Guterres, alla vigilia degli appuntamenti internazionali di Monaco e Bonn.

Un investimento sull’accoglienza, spiega, “significa alloggio, amministrazione, controlli, inclusi quelli per la sicurezza, e poi la capacità di distribuire le persone nei diversi Paesi europei, su base proporzionale in relazione alle capacità. Se fosse stato fatto, sarebbe stato relativamente facile gestire il fenomeno, e non avremmo avuto questo drammatico impatto sull’opinione pubblica, vedendo masse che si spostavano attraverso i Balcani in maniera caotica. Ciò ha aiutato tutte le reazioni populiste, e ogni forma di rigetto dei rifugiati, migranti, stranieri, che ora sono il problema centrale nel dibattito politico europeo. Nessun Paese può farcela da solo”.

E al nuovo presidente americano Donald Trump invia un messaggio sui rifugiati: il loro collocamento “viene fatto oggi con meccanismi di screening molto attenti, e investigazioni accurate su chi viene accolto. Se un gruppo terroristico volesse infiltrare un Paese, preferirebbe altre strade”.

La collaborazione tra Onu e Vaticano? Papa Francesco è “il più forte messaggero di pace che abbiamo oggi nel mondo”.

Sul blocco degli Usa alla nomina dell’ex premier palestinese come inviato in Libia, Guterres sottolinea che Fayyad “ha competenze che nessuno nega, e la Libia richiede. Penso sia una perdita per il processo di pace e per il popolo libico che io non possa nominarlo. Nessuno all’Onu rappresenta un Paese o un governo, l’unica lealtà è verso la Carta delle Nazioni Unite. Sono dispiaciuto per l’opposizione e non ne vedo alcuna ragione”.

Quanto alla Siria, è “nell’interesse di tutti” capire che “qualunque contraddizione o visione possano avere, ora c’è un interesse comune più importante di ogni altro a preservare la sicurezza globale”.

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