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Panama Papers: CICR utilizzato per nascondere denaro sporco

(Keystone-ATS) Lo scandalo dei Panama Papers continua a coinvolgere la Svizzera: il Comitato internazionale della Croce Rossa (CICR) è stato sfruttato dallo studio legale Mossack Fonseca per nascondere fondi sporchi.

Diverse banche elvetiche sono intanto state contattate dall’Autorità federale di vigilanza dei mercati finanziari (Finma) per sospetti atti illeciti; e dal canto suo, il Ministero pubblico della Confederazione (MPC) non esclude di utilizzare le rivelazioni dei giornali.

Questi i risvolti svizzeri sono apparsi oggi sui domenicali “NZZ am Sonntag”, “Le Matin Dimanche” e “SonntagZeitung”.

Lo studio legale al centro dello scandalo dei Panama Papers avrebbe messo a disposizione dei propri clienti due fondazioni in cui sono state trasferite le azioni di società schermo, si legge su “Le Matin Dimanche” e la “SonntagsZeitung”, che hanno avuto accesso ai documenti di Mossack Fonseca. A figurare come beneficiario di questa costruzione finanziaria, usata da circa 500 società, è “The International Red Cross”, con l’indirizzo ginevrino del CICR.

Il nome è molto simile ma non uguale a quello dell’ONG svizzera (che in inglese è Intenational Committee of the Red Cross), ma siccome viene menzionato lo stesso si può dedurre che si tratti effettivamente del CICR, sostiene il suo presidente Peter Maurer, contattato dai domenicali.

Secondo le leggi di Panama questo tipo di organizzazione può essere utilizzata come beneficiario anche senza che venga informata, si legge nei domenicali, i quali citano un messaggio interno di un impiegato dello studio legale.

Il CICR non sarebbe l’unica ONG utilizzata a questo scopo: secondo notizie di vari media potrebbero essere colpite anche il World Wildlife Fund (WWF) e il Fondo delle Nazioni Unite per l’infanzia (UNICEF).

“Non abbiamo mai avuto relazioni con Mossack Fonseca e non abbiamo mai ricevuto denaro da parte loro”, dice Maurer. “Non vogliamo in nessun modo essere coinvolti in affari di questo tipo e non vogliamo che il nostro nome vi venga associato”.

Oltre a violare le regole interne del CICR e la pertinente Convenzione di Ginevra, la questione Panama Papers mette a rischio i collaboratori dell’ONG svizzera, afferma Maurer. “Il nostro nome necessita di particolare protezione perché operiamo in zone di guerra e di conflitti”, aggiunge precisando che la fondazione viene rispettata perché simboleggia l’indipendenza e l’integrità. “Faremo tutto ciò che è in nostro potere per mettere fine a questo abuso”, conclude Maurer.

Finma interpella banche svizzere

Intanto la Finma si è rivolta a diverse banche svizzere per quanto concerne le rivelazioni sulle società schermo, afferma il presidente dell’autorità Thomas Bauer in un’intervista apparsa sulla “NZZ am Sonntag”. Quante e quali banche sono interessate non è stato rivelato.

Se le regole non sono state rispettate “agiremo di conseguenza”, sottolinea Bauer spiegando le procedure della Finma: per cominciare deve trovare prove relative agli atti illeciti dell’istituto, poi redigere un rapporto della situazione e una valutazione, “successivamente, viene deciso se è necessario aprire una procedimento”.

La Finma vuole sapere quali banche hanno collaborato con lo studio legale Mossack Fonseca e se hanno violato le leggi, afferma Bauer. Visto l’importante ruolo della Svizzera nella gestione patrimoniale, egli ritiene logico il coinvolgimento elvetico nella vicenda dei Panama Papers.

Le banche a livello mondiale non rispettano completamente le regole relative alla lotta contro il riciclaggio di denaro. Se è vero che la Confederazione è all’avanguardia per quanto riguarda queste norme, occorre che le regole siano valide a livello planetario e per raggiungere questo obiettivo è necessario il ricorso a organi internazionali, continua il presidente della Finma.

MPC combattuto sull’uso dei Panama Papers

Anche il ruolo della procura federale è stato tematizzato dai domenicali: “In linea di principio” l’MPC non avrebbe il diritto di servirsi dei documenti panamensi, ma se il percorso del denaro non è chiaro ciò potrebbe essere possibile. È quanto ha dichiarato il procuratore della Confederazione Michael Lauber in un’intervista concessa a “Le Matin Dimanche” e “SonntagsZeitung”.

“Ad un certo punto, i dati sono sono talmente ‘ripuliti’ che non è più possibile trovare la loro origine precisa”, afferma. Se si tratta di atti rubati, come nel caso dell’informatico francese Hervé Falciani e dei dati della banca HSBC, per l’MPC non è possibile utilizzarli.

Un’inchiesta nell’ambito di Panama Papers è invece già stata aperta dal procuratore generale ginevrino Olivier Jornot. La notizia è stata comunicata giovedì senza fornire dettagli. Diverse banche o persone residenti nel cantone figurano nei documenti sottratti presso lo studio Mossack Fonseca. Il Ministero pubblico ginevrino sta procedendo attualmente a “verifiche”, è stato precisato.

Inoltre, mercoledì la sede dell’Uefa a Nyon (VD) è stata sottoposta a una perquisizione di polizia su mandato dell’MPC. Gli articoli di stampa basati sui Panama Papers fanno infatti riferimento a Gianni Infantino, attuale presidente della Fifa e già alto funzionario dell’Unione delle associazioni calcistiche europee (Uefa).

In questo caso la procura federale ha giustificato il proprio intervento precisando che, indipendentemente dalle rivelazioni dei media, già disponeva di vari elementi. I Panama Papers hanno rappresentato la goccia che ha fatto traboccare il vaso.

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