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Parmelin: progetto DTA 2020 resta per ora sospeso

Il progetto resta congelato, ha affermato oggi Parmelin. KEYSTONE/PETER SCHNEIDER sda-ats

(Keystone-ATS) Il progetto “Difesa terra-aria 2020” (DTA), bloccato lo scorso 22 marzo dal consigliere federale Guy Parmelin, resterà per ora sospeso. Lo ha annunciato in serata il ministro della difesa.

Per il responsabile del Dipartimento federale della difesa (DDPS) è necessario prima di tutto avere una visione d’insieme sulla difesa aerea elvetica – che contempla tra l’altro l’acquisto dei nuovi aerei da combattimento – e analizzare le raccomandazioni avanzate al termine dell’inchiesta amministrativa condotta dall’ex direttore del Controllo federale delle finanze Kurt Grüter.

Parmelin ha affermato di aver preso conoscenza dei punti essenziali del rapporto: quest’ultimo conferma che vi sono ancora numerosi punti interrogativi legati al progetto e sottolinea il potenziale di miglioramento delle attuali pratiche di acquisizione e della comunicazione ad esse legata.

Alcune raccomandazioni non riguardano solo il DDPS, bensì tutti i dipartimenti, ha sottolineato il consigliere federale: per poterle attuare bisognerà coinvolgere anche le commissioni della gestione

Il ministro della difesa ha affermato di non essere “del tutto sicuro che tutti abbiano parlato la stessa lingua” all’interno di questo progetto: inizialmente “erano in ballo circa 500 milioni di franchi, poi 700 milioni, poi 1,1 miliardi per un progetto parziale”. A questo punto non restava altro da fare che sospendere il progetto, ha affermato Parmelin, evocando le enormi somme in gioco.

Il consigliere federale ha ribadito la sua fiducia nel comandante delle Forze aeree Aldo Schellenberg: quest’ultimo “non ha violato i suoi doveri di sorveglianza del progetto”. Man mano che si procedeva si sono evidenziate sempre nuove incertezze e “sarebbe stata necessaria una comunicazione più attiva, ma era ormai troppo tardi”.

Il ministro della difesa valuta che lo stop al progetto sia costato circa 19 milioni di franchi. La somma interessa principalmente la società Thales Suisse, che aveva ricevuto mandato dal DDPS di preparare la parte svizzera dell’acquisizione del nuovo sistema di difesa. Il contratto è stato disdetto in primavera da parte del Dipartimento.

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