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Pechino, carica per leader Hong Kong in scadenza

Leung Chun-ying ha aggiunto alla carica di "rappresentante" di Pechino a Hong Kong quella di vice presidente della Conferenza consultiva politica del popolo. KEYSTONE/AP/MARK SCHIEFELBEIN sda-ats

(Keystone-ATS) Leung Chun-ying, il leader che ha traghettato Hong Kong attraverso la ‘rivoluzione degli ombrelli’, ha aggiunto alla carica di “rappresentante” di Pechino nella ex colonia britannica quella di vice presidente della Conferenza consultiva politica del popolo di Pechino.

Si tratta dell’organo consultivo di più alto livello che affianca in Cina il Congresso nazionale del popolo, ma i vice presidenti sono 22 e la carica è per lo più onorifica.

A dicembre, Leung ha annunciato di rinunciare al secondo mandato quinquennale da chief executive, il cui voto si terrà il 26 marzo, per motivi familiari e la promozione sembra quindi un modo per offrirgli una via di uscita con un incarico di prestigio, ma senza reale potere. Per di più è la prima volta dal 1997, anno del passaggio da Londra a Pechino, che il leader di Hong Kong si trova in questo doppio ruolo che solleva alcuni dubbi. Ad esempio, ha notato il South China Morning Post, quotidiano in lingua inglese dell’ex colonia, “c’è da chiedersi” se lo scenario non violi il principio “una nazione, due sistemi”, in base al quale Hong Kong resta un’entità economica, legale e politica separata dal resto della Cina continentale fino al 2047.

Sotto la guida di Leung, l’ex colonia ha vissuto forti tensioni con l’aumento dell’insofferenza verso Pechino: boom di movimenti pro democrazia e localisti, e la “rivoluzione degli ombrelli” degli studenti di settembre/ottobre 2014, mentre al rinnovo del Consiglio legislativo di settembre 2016, il parlamentino locale, il fronte pro Pechino si è fermato a 40 seggi e quello opposto ha toccato il record di 23 deputati democratici, più 6 di movimenti locali. Con due di questi ultimi, c’è stato un lungo braccio di ferro sul giuramento annullato, fatto all’ insediamento, contro la Cina e pro “nazione di Hong Kong”, risolto dall’inconsueta intromissione del governo di Pechino.

Un contesto difficile tanto da consigliare – ha suggerito la stampa dell’ex colonia – un ricambio anticipato visto che Leung, il cui mandato scade a luglio, ha scontentato tutti. Per i media cinesi, Pechino punta su Carrie Lam, ex vice leader, soprattutto per il dialogo e l’apertura mostrati nella protesta degli studenti.

Leung, che ha ricevuto le congratulazioni del presidente Xi Jinping e del premier Li Keqiang, ha affermato di “essere onorato della carica” e di non vedere conflitti nel tenere “le cariche”.

La “nozione di indipendenza di Hong Kong non porterà da nessuna parte”, ha detto il premier cinese Li Keqiang, all’avvio dei lavori del Congresso nazionale del popolo mettendo in guardia sul rispetto del principio “una nazione, due sistemi”, su cui ci sarà una vigilanza “senza incrinature e distorsioni”.

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