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Recuperata scatola nera Egyptair precipitato a maggio

Recuperata una scatola nera del volo Egyptair precipitato a maggio KEYSTONE/EPA FILE/SPOT TR - KIVANC UCAN sda-ats

(Keystone-ATS) È “danneggiata, ma contiene le registrazioni vocali della cabina di pilotaggio”. A quasi un mese dalla sciagura aerea del volo Egyptair, precipitato nelle acque del Mediterraneo con 66 persone a bordo, è stata recuperata una delle due scatole nere dell’Airbus A320.

A ritrovare il dispositivo elettronico è stata oggi la John Lethbridge, la stessa nave che ieri ha localizzato i rottami e ottenuto le prime immagini della carlinga. L’area di ricerca dove si è schiantato l’aereo, che proveniva da Parigi ed era diretto al Cairo, ha un raggio di qualche centinaio di metri e si trova a 290 km a nord dell’Egitto in una zona tra le più profonde: 3.000 metri sotto il livello del mare.

La nave – equipaggiata di un sistema di sonar che può fornire immagini sonore e di un robot sottomarino in grado di scendere fino a 5/6.000 metri – ha “localizzato e recuperato la scatola nera, che però risulta danneggiata.

Il recupero è avvenuto in più fasi, ma si è riusciti a raccogliere l’unità di memoria che è considerata la parte più importante del registratore”, ha precisato la Commissione di inchiesta egiziana. Una volta “trasferita in Egitto sarà affidata nelle mani dei tecnici che ne scaricheranno i dati”.

Il registratore vocale – riferisce l’Ap – dovrebbe contenere la registrazione degli ultimi 30 minuti nella cabina dei piloti e secondo gli esperti ci vorranno almeno 48 ore per recuperarne i dati, danneggiamenti a parte.

Il ripescaggio è stato contraddistinto da una corsa contro il tempo. Solo due giorni fa la Commissione di inchiesta aveva affermato che i due oggetti avrebbero cessato di emettere i segnali di localizzazione entro il 24 giugno. La seconda scatola nera con i dati tecnici del volo non è ancora stata trovata.

Allo stato attuale tutte le piste restano aperte: dall’esplosione, dopo il ritrovamento il 24 maggio di alcuni resti umani dilaniati, al terrorismo – anche se continua a mancare una rivendicazione -, fino al guasto tecnico o all’incidente.

Ancora da comprendere l’allarme fumo e il possibile incendio in uno dei bagni, ma anche nella stiva meccanica, sotto la cabina di pilotaggio, dove si trovano i computer e i circuiti. Lunedì il ministero dell’aviazione civile egiziano aveva confermato che l’Airbus aveva “virato a sinistra e poi a destra di 360 gradi prima di scomparire dai radar”. Deviazioni che però non aiutano a capire cosa è accaduto quella tragica notte del 19 maggio sui cieli sopra il Mediterraneo.

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