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Rio: cerimonia di apertura delle Olimpiadi

Cerimonia di apertura delle Olimpiadi a Rio Keystone/EPA/BARBARA WALTON sda-ats

(Keystone-ATS) Un inno alla vita. Con tutti i suoi colori e suoni, le diversità e le contraddizioni. Rio 2016 apre le sue Olimpiadi e sogna un mondo nuovo.

In una cerimonia piena di colori e musica, nella notte il Maracanà mito del ‘futebol brasileiro’ si è trasformato per alcune ore nel palcoscenico della terra intera. All’insegna della tolleranza e del rispetto delle diversità.

Gisele in versione ragazza di Ipanema e le favelas dei meninhos da rua, il campione Usa Michael Phelps e la rifugiata siriana Yusri, la musica popolare del Brasile e i potenti del mondo, gli atleti con i loro sogni d’oro e la prima transessuale nello show olimpico, Lea T.

Tutti nel grande abbraccio dei cinque cerchi, per far rivivere l’aspirazione olimpica a una tregua dalle guerre e forse anche dalle diseguaglianze del mondo. In una cerimonia piena di colori e di musica, e priva del suo O Rei come ultimo tedoforo – Pelè ha rinunciato per motivi di salute, le ultime indiscrezioni accreditano Guga Kuerten – è stato questo il messaggio lanciato dal Brasile.

Nessuna dissimulazione sulle contraddizioni del colosso sudamericano ora in ginocchio per la crisi economica e politica, anche se la scena del meninho da rua che scippa Gisele -‘garrota’ di Ipanema ha suscitato polemiche almeno quanto i previsti fischi al presidente ad interim Temer. Ma la storia del Brasile – prima parte della lunga cerimonia da 3 miliardi di telespettatori in tutto il pianeta – ha fatto solo da preludio al messaggio del ‘mondo nuovo’.

Questa nazione è una fusione di europei e africani, cui si aggiunsero poi arabi e asiatici; è la terra con la maggior percentuale di biodiversità; ha espresso la sua gioia e la sua tristezza attraverso grandi artisti della bossanova e del pop, da Caetano Veloso e Gilberto Gil – i tropicalisti prestati alla cerimonia – che si sono esibiti di fronte ai 78 mila del Maracanà a Jobim, autore di quella Ragazza di Ipanema diventato inno mondiale della vita carioca, rappresentato per l’occasione dal nipote, passando per i tanti artisti pop contemporanei protagonisti della festa iniziale.

Da questa infinita varietà il mondo tragga spunto: rispetti l’ecosistema – come ricorda il tripode a forma di sole che da stanotte illumina i Giochi, o il programma di lotta alla deforestazione amazzonica avviato dal governo di Brasilia – e costruisca un mondo all’insegna della tolleranza. Lo hanno scandito forte i suonatori di tamburo, i ballerini, i cantanti come Zeca Pagodinho o Annita.

Lo ha raccontato anche la sfilata dei 206 paesi partecipanti a queste Olimpiadi, l’Italia esattamente al centro con Federica Pellegrini portabandiera di tanti sogni azzurri. Per la prima volta gli atleti hanno sfilato al centro – causa anche la mancanza di una pista di atletica – e sono diventati protagonisti della cerimonia, un seme e una specie di albero da piantare per ciascuna delegazione. E per la prima volta a condurre il cartello delle nazioni, dalla Grecia prima in onore di Olimpia agli Usa, Israele, la Russia contestata per il doping, il colosso cinese, il Brasile e alla fine il Refugee Team, un gruppo di figuranti con costumi di carnevale, tra cui – come anticipato dall’Ansa – cinque transessuali.

Tra colori e suoni, discorsi ufficiali e tripode alla fine acceso per la fine dei Giochi, questo inno alla vita e alle sue contraddizioni vuole dire a tutti che il mondo può essere diverso.

SWI swissinfo.ch - succursale della Società svizzera di radiotelevisione SRG SSR

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