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Romania: migliaia tornano in piazza, settimo giorno proteste

Nuove manifestazioni a Bucarest KEYSTONE/EPA/ROBERT GHEMENT sda-ats

(Keystone-ATS) Anche stasera, per il settimo giorno consecutivo, decine di migliaia di persone sono scese in piazza a manifestare a Bucarest e in altre città della Romania per chiedere le dimissioni del governo e nuove elezioni anticipate.

Nonostante il ritiro nel fine settimana del contestato decreto ‘salva-corrotti’, la protesta non si ferma con i manifestanti che non si accontentano e chiedono al premier socialdemocratico Sorin Grindeanu di farsi da parte insieme a tutto il suo esecutivo, avendo ormai perso ogni credibilità in fatto di lotta alla corruzione dilagante nel Paese.

Il decreto revocato sotto la pressione della protesta popolare depenalizzava l’abuso d’ufficio e altri reati di corruzione, un provvedimento interpretato dalla popolazione come un ‘regalo’ ai tanti politici e imprenditori sotto inchiesta con accuse di corruzione.

Anche oggi, come ieri, si registra una manifestazione parallela di sostenitori del governo, radunatisi sotto il palazzo presidenziale. Una decisione simbolica per contestare il capo dello stato Klaus Iohannis schierato sin dal primo momento a fianco dei manifestanti antigovernativi. Finora le due manifestazioni si sono svolte pacificamente e non vi sono stati incidenti.

Intanto il premier Grindeanu, in carica da poco più di un mese dopo il voto dell’11 dicembre, ha confermato la sua intenzione di non dimettersi, e non ha escluso la destituzione del ministro della giustizia Florin Iordache, ritenuto responsabile di non aver trasmesso al meglio il contenuto del controverso decreto sulla depenalizzazione dei reati di corruzione. Ciò, a suo avviso, avrebbe causato una situazione di confusione e la spaccatura della popolazione con le imponenti manifestazioni di protesta in tutto il Paese.

Per il leader del Partito socialdemocratico Liviu Dragnea, anch’egli indagato per corruzione e che sarebbe stato tra i primi beneficiari del decreto, non vi è alcun motivo per le dimissioni del governo dal momento che è stato legittimamente eletto. In realtà sembra che il partito non sia del tutto compatto e che si stiano evidenziando crepe con esponenti che si interrogano sulla validità di continuare un pericoloso braccio di ferro con la piazza. Una mozione di sfiducia al governo presentata dalle opposizioni verrà votata in parlamento mercoledì, ma è difficile che passi potendo contare la coalizione di governo di centrosinistra (socialdemocratici e Alde) su una solida maggioranza.

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