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Scrittori: un festival per ricordare Jacques Chessex

Lo scrittore Jacques Chessex in una fotografia del 1998 scattata a Losanna. KEYSTONE/FABRICE COFFRINI sda-ats

(Keystone-ATS) Scomparso dieci anni fa a causa di un attacco cardiaco mentre dava una conferenza, l’opera e la vita dello scrittore vodese Jacques Chessex rivivrà per una settimana nel corso di un festival organizzato questa settimana al Centre culturel des Terreaux di Losanna.

Per Jacques Chessex, deceduto all’età di 75 anni a Yverdon-les-Bains e le cui opere sono in parte disponibili anche in italiano, il centro culturale presenterà mercoledì l’adattamento teatrale di uno dei suoi libri, “La Confession du Pasteur Burg”.

Il Centre culturel des Terreaux proietterà anche un film venerdì, “Jacques Chessex, écrire devant l’Eternel”, co-diretto da uno dei figli dello scrittore. Il giorno dopo, due membri del Geneva Bar, Yaël Hayat e Marc Bonnant, si divideranno il palcoscenico per proporre un’arringa fittizia intitolata “Il processo a Jacques Chessex”.

Anche l’editore parigino dello scrittore svizzero, Grasset, ha voluto ricordare la scomparsa di Chessex dando alle stampe la settimana scorsa “Passage de l’ombre”, una raccolta di 17 racconti, 10 dei quali inediti.

Guidate dai due figli dello scrittore, Jean e François, le varie commemorazioni organizzate quest’anno hanno lo scopo di rendere omaggio a una delle voci più importanti della letteratura francofona. Romanziere, ma anche poeta, critico e professore di letteratura a Losanna, Jacques Chessex ha lasciato ai posteri una notevole quantità di opere che ha suscitato polemiche, ma anche ammirazione.

Il suo libro più famoso rimane “L’Ogre” (“L’Orco”), per il quale ha ricevuto il Goncourt nel 1973. Ad oggi è l’unico svizzero ad aver vinto il premio più prestigioso per la letteratura francofona.

Oltre al Goncourt, che ha ottenuto anche per la sua opera poetica nel 2004, Jacques Chessex ha ricevuto numerosi riconoscimenti, tra cui il Premio Schiller, il Grand Prix du rayonnement français de l’Académie française, il Ruban de la Francophonie, il Grand Prix du langage français e il Prix Jean-Giono. Il suo gusto per la provocazione non gli ha impedito di essere nominato Cavaliere della Legione d’Onore nel 2002.

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