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Spagna: aumento IVA e taglio 13esima a statali

(Keystone-ATS) Aumento dell’IVA al 21%, eliminazione della tredicesima per i dipendenti pubblici e diminuzione dei giorni liberi, riduzione del sussidio di disoccupazione, tagli al sistema pensionistico e 600 milioni di risparmi nei ministeri. Sono alcune delle misure che oggi ha annunciato il premier spagnolo Mariano Rajoy con l’obiettivo “liberare la Spagna” dagli effetti della crisi e di “rispettare gli impegni con l’ Europa”.

Una manovra accompagnata in sottofondo dai rumori degli scontri tra polizia e minatori, giunti alla capitale tra ieri ed oggi per una gran protesta contro la prossima chiusura delle miniere di carbone.

Una giornata, quella di oggi, difficile da dimenticare per la Spagna in crisi. Innanzitutto per le immagini che ha lasciato. Quelle di giovani con la testa sanguinante lungo il Paseo de la Castellana, arteria principale della capitale, dove sfilavano migliaia di minatori e le loro famiglie, giunti con 500 pullman.

Nel cuore di Madrid, a poche centinaia di metri dal centro finanziario del Paese simboleggiato dalle torri di Bankia, la marcia pacifica ha lasciato il posto agli scontri che hanno fatto 76 feriti e ai proiettili di gomma che la polizia ha sparato ad altezza uomo contro i manifestanti, come riportano le decine di video e foto sulle edizioni digitali dei quotidiani.

Immagini che contrastano con quelle dei deputati del Partito Popolare che in Parlamento applaudivano l’annuncio delle nuove misure, frutto delle “indicazioni” arrivate dall’UE. Tra le altre, l’ aumento delle imposte indirette, con l’aumento anche dell’aliquota ridotta, che passa dall’ 8 al 10% mentre il salario minimo rimane congelato a 641 euro mensili dallo scorso dicembre.

I possibili benefici(entrate tra i 3 e i 5 miliardi di euro) si realizzeranno solo se la nuova manovra non provocherà una diminuzione dei consumi. La scommessa del Governo è che sarà cosí, nonostante l’eliminazione della tredicesima ai funzionari dell’ amministrazione pubblica e un taglio tra il 5% ed il 7% del loro salario annuo. Non sono scampati alla nuova sforbiciata neanche i sussidi di disoccupazione: a partire dal settimo mese scenderà al 50% della retribuzione (era al 60%) per “stimolare la ricerca di un nuovo posto di lavoro”.

Una logica che dovrà vedersela con un tasso di disoccupazione al 24,2%. E tra i giovani uno su due è senza impiego. Un pacchetto a cui mancano ancora alcuni dettagli (si conosceranno dopo la riunione del consiglio dei ministri di venerdí), ma con cui il governo spera di recuperare 65 miliardi nel giro di due anni e mezzo per rimettere in moto il paese dove per il solo settore bancario ne sarebbero necessari – secondo le audit incaricate dal Governo – 62. A metterne 30 si è impegnata l’UE, ma a cambio di un forte controllo sulla politica di bilancio.

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