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Sri Lanka: 8 esplosioni, almeno 207 i morti

La polizia indaga alla chiesa S. Antonio di Colombo. Keystone/EPA/M.A. PUSHPA KUMARA sda-ats

(Keystone-ATS) Pasqua di sangue in Sri Lanka devastato da una serie coordinata di attacchi tra i più sanguinosi degli ultimi anni contro la comunità cristiana. Oltre 200 morti, di cui almeno 35 stranieri, e più di 500 feriti sono il bilancio ancora provvisorio di otto esplosioni.

Lo Sri Lanka, dopo decenni di conflitti interni tra governo e separatisti tamil e un periodo di pace, all’alba è ripiombato nell’incubo. Sei esplosioni in sequenza sono avvenute in tre chiese e tre alberghi della capitale Colombo, frequentati anche da stranieri, e in altre due località, Batticaloa e Negombo. Per i fedeli in preghiera non c’è stato scampo. Altri due kamikaze sono entrati in azione ore più tardi alla periferia di Colombo, seminando ancora morte. Tra le vittime straniere si contano “diversi” cittadini statunitensi (come annunciato dal segretario di Stato degli Usa Mike Pompeo), britannici, olandesi, danesi, due turchi, un cinese e un portoghese. Al momento non risultano svizzeri coinvolti.

La paura si è diffusa in fretta: il governo ha imposto un coprifuoco di dodici ore, dalle 18.00 (le 14.30 in Svizzera) alle 6.00 del mattino. Il ministro della difesa dello Sri Lanka ha annunciato poche ore dopo gli attentati di avere “identificato i responsabili” di quelli che vengono ritenuti atti di “terrorismo” compiuti da “estremisti religiosi”. Sono state arrestate sette persone. Ma resta confusa la matrice degli attacchi, che il ministro delle finanze ha definito un “tentativo ben coordinato di creare morti, caos e anarchia”.

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