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Studio: lo Stato dovrebbe investire di più nei media privati

Lo Stato dovrebbe tendere maggiormente la mano verso i media privati. È la tesi del Centro per la valutazione delle scelte tecnologiche (TA-Swiss). KEYSTONE/LAURENT GILLIERON sda-ats

(Keystone-ATS) Lo Stato dovrebbe tendere maggiormente la mano verso i media privati. È la tesi del Centro per la valutazione delle scelte tecnologiche (TA-Swiss), sostenuta in uno studio pubblicato oggi.

Secondo gli autori della ricerca, in futuro le aziende non saranno in grado di mettere a disposizione le risorse necessarie per garantire un giornalismo diversificato e indipendente. Essendo i media fondamentali per la democrazia e la formazione delle opinioni, è quindi necessario “con la massima urgenza” prendere provvedimenti.

Lo studio propone di modificare l’attuale sistema di finanziamento. Il governo offre un aiuto indiretto alla stampa di 30 milioni di franchi ogni anno. Al posto di questo sostegno, ritenuto inefficace, i media privati dovrebbero beneficiare di agevolazioni fiscali e di misure d’incoraggiamento da parte dello Stato, simili a quelle che vengono applicate nei Paesi scandinavi.

Nel nord Europa infatti, vi è un sistema di finanziamento statale che funziona senza influenzare le decisioni redazionali, al quale TA-Swiss suggerisce d’ispirarsi.

Per quanto riguarda il servizio pubblico, la SSR deve continuare a essere sovvenzionata tramite il canone e presentare un’offerta attrattiva, soprattutto online, per raggiungere il pubblico più giovane, affermano i ricercatori. Una rinuncia alla pubblicità è pure giudicata come una strada percorribile.

TA-Swiss ritiene d’altro canto che i media debbano dialogare maggiormente col pubblico, per esempio attraverso i social network, e utilizzare le nuove forme di giornalismo che permettono di interagire con gli utenti.

La studio è stato realizzato da un gruppo di ricercatori delle università di Zurigo, Losanna e Friburgo ed è stato sovvenzionato anche dall’Ufficio federale delle comunicazioni (UFCOM).

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