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Sud Sudan: 12 mila bimbi costretti a combattere

(Keystone-ATS) Sono oltre 12.000 i bambini soldato reclutati lo scorso anno in Sud Sudan dalle forze governative del presidente Salva Kiir e dai miliziani del suo ex vice, Riek Machar, ora leader dei ribelli. I dati dell’Unicef sono allarmanti, e gli esperti dell’agenzia per i minori dell’Onu sottolineano che quello dei minori utilizzati da eserciti e gruppi armati durante i conflitti è diventato un “problema globale”, come lo ha definito il segretario generale delle Nazioni Unite, Ban Ki-moon.

Per quanto sia complesso effettuare stime precise, secondo l’Unicef nel mondo sono 300 mila i piccoli coinvolti in 30 conflitti in tutto il mondo, e molti di loro sono bambine, utilizzate come schiave sessuali dai militari adulti. Attualmente 8 forze di sicurezza governative reclutano e impiegano minori in guerra: negli ultimi tre anni, 6 di questi Paesi – Afghanistan, Ciad, Sud Sudan, Birmania, Somalia e Congo – hanno sottoscritto piani di azione con l’Onu. Mentre gli altri due – Yemen e Sudan – hanno espresso il loro impegno per porre fine alla pratica ed è in corso un dialogo con l’organizzazione internazionale.

In un rapporto dell’Unicef del 2014 si stima che in Centrafrica 10.000 bambini siano stati reclutati dai gruppi armati, mentre quasi 6.000 sono i bambini sfruttati in Congo. Dalla metà degli anni Ottanta, l’Unicef ha giocato un ruolo chiave nel rilascio dei bambini dalle forze armate e dagli altri gruppi di combattenti in Afghanistan, Angola, Burundi, Colombia, Congo, Guinea Bissau, Liberia, Mozambico, Ruanda, Sierra Leone, Somalia, Sri Lanka, Sudan e Uganda.

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