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Tornano al museo le tele di Van Gogh rubate

Il direttore del museo di Amsteradm, Alex Rueger (centro) con i quadri ritrovati KEYSTONE/AP ANSA/CIRO FUSCO sda-ats

(Keystone-ATS) Avvolti in un panno di cotone e custoditi in un casolare nel comune di Castellammare di Stabia, nel Napoletano: così erano custoditi i due dipinti di Vincent van Gogh rubati ad Amsterdam il 7 dicembre 2002 e ritrovati.

Sono stati ritrovati grazie alle rivelazioni dell’ex narcotrafficante Mario Caerrone, pentitosi. Per stabilire l’autenticità dei quadri ritrovati è stato chiamato un super esperto da Amsterdam che ha impiegato 24 ore per confermare si trattasse delle opere rubate.

Stimate fino a 100 milioni di dollari, le due piccole tele recuperate dalla Procura di Napoli e dalla Guardia della Finanza nel patrimonio confiscato alla camorra, sono di fatto due capolavori che mai avrebbero potuto finire sul mercato dell’arte clandestino e che il Museo Van Gogh di Amsterdam, da cui furono rubate aspetta ora con ansia di riavere indietro.

Entrambe le tele, una marina intitolata ”Vista della spiaggia di Scheveningen con tempo di tempesta” (1882) e un paesaggio dal titolo ”L’uscita dalla Chiesa riformata di Neunen” (1884) sono di piccole dimensioni (‘La chiesa riformata’ ha un formato di 41 x 32 cm. e ‘Scheveningen’ di 34 x 51 cm.) e appartengono agli anni in cui il pittore conduce una ricerca romantica sulle sue origini, una fase che viene definita come il periodo ‘olandese’ e che ha un punto d’arrivo nel conosciutissimo “Mangiatori di patate” (1885).

La chiesa di Neunen, in particolare, era quella del paesino olandese di campagna dove il padre di Van Gogh, che era un pastore protestante, esercitava il suo ministero.

Per il blasonatissimo Museo Van Gogh di Amsterdam, dove i due quadri vennero incredibilmente (secondo quando ricostruì la polizia olandese, i ladri erano entrati nell’edificio dal tetto eludendo il sistema d’allarme) la stima ufficiale al momento del furto era di “diversi milioni di euro”. Una cifra molto importante, insomma, tanto più che che al momento del furto – secondo le cronache di allora – pare che le due opere non avessero copertura assicurativa.

Ma il loro valore storico artistico va comunque ben oltre la quotazione di mercato. “Vista sul mare a Scheveningen”, sottolineano per esempio dal museo Van Gogh, “è l’unico dipinto nella nostra collezione che risale al periodo di Van Gogh a L’Aia (1881-1883). Si tratta di una delle due sole marine che l’artista dipinse durante gli anni nei Paesi Bassi ed è un esempio lampante di primo stile di Van Gogh, un’opera nella quale l’artista già mostra il suo fortemente il suo carattere. L’imminente e auspicato ritorno di questo quadro riempirà una lacuna importante nella presentazione del museo”.

Il secondo quadro non è da meno: L’uscita dalla Chiesa riformata di Nuenen, scrive sempre il Museo olandese, “è una piccola tela che Van Gogh dipinse per la madre nei primi mesi del 1884. Raffigura la Chiesa dove il padre di Van Gogh era pastore. Nel 1885, dopo la morte del padre, Van Gogh ha ritoccato questa tela aggiungendo i fedeli in primo piano e tra questi anche alcune donne vestite a lutto, un particolare che potrebbe essere un riferimento alla morte del padre. Forti sfumature biografiche che conferiscono a quest’opera un grande valore emotivo”.

Tanto più che il museo, viene fatto notare, non ha in collezione nessun altro dipinto raffigurante questa chiesa. Con l’aggiunta di una curiosità: L’uscita dalla Chiesa Riformata, fanno notare da Amsterdam, “è l’unico dipinto nella collezione Van Gogh ancora nella suo telaio originale, coperto da spruzzi di colore perché Van Gogh probabilmente aveva l’abitudine di pulirci sopra i pennelli”.

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