Trump: dopo uscita Usa da Tpp possibile più spazio per Cina
(Keystone-ATS) Il disimpegno dal Tpp degli Usa voluto dal presidente Donald Trump pone ai partner restanti la questione su cosa fare del Trans-Pacific Partnership suggerendo la volontà di provare a continuare il percorso tenendo conto del peso della Cina.
I leader di Australia e Nuova Zelanda hanno riaffermato oggi che il Tpp ha ancora valore: Singapore ha detto di voler parlare con gli altri Paesi reputando non più sostenibili gli attuali assetti, mentre la Malaysia ha avvertito con il fallimento dell’alleanza commerciale dovrà guardare a un’alternativa come la Rcep (Regional comprehensive economic partnership), l’iniziativa di Pechino che esclude gli Usa, oppure a favorire l’ingresso di nuovi Paesi nel Tpp, come Indonesia e Cina.
Voluta da Barack Obama, la Trans-Pacific Partnership è stata sottoscritta dopo negoziati accidentati a febbraio 2016 da Australia, Brunei, Canada, Cile, Giappone, Malaysia, Messico, Nuova Zelanda, Perù, Singapore, Usa e Vietnam, che insieme valgono il 40% dell’economia globale.
Il premier australiano Malcolm Turnbull ha ammesso che lo stop Usa è “una grande perdita”, rilevando di aver discusso con i leader di Giappone, Nuova Zelanda e Singapore, raccogliendo il sentore comune “sul lavoro per vedere se è possibile mantenere le posizioni verso i mercati aperti e il libero scambio”. Il Giappone è l’unico Paese ad averlo ratificato, ma per entrare in vigore il Tpp ha bisogno del via libera dei partner che rappresentino almeno l’85% dell’economia dell’alleanza, quando gli Usa, da soli, pesavano per il 60%.
Il piano alternativo potrebbe essere l’arrivo della Cina, al posto degli Stati Uniti. Pechino “resta impegnata a sostenere l’integrazione economica in Asia-Pacifico e a sollecitare i negoziati su partenariato regionale economico (Rcep) e accordo di libero scambio per l’Asia-Pacifico (Ftaap)”, ha replicato in conferenza stampa la portavoce del ministero degli Esteri, Hua Chunying. Disponibilità generica a una nuova forma del Tpp è stata espressa in America Latina, da Cile, Messico e Perù, con modalità tutte da definire.