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Tunisia: premier incaricato Chahed presenta squadra governo

Il primo ministro tunisino Youssef Chahed. KEYSTONE/AP/HASSENE DRIDI sda-ats

(Keystone-ATS) Prende forma il nuovo governo di unità nazionale tunisino, il nono dal 2011. Il premier incaricato Youssef Chahed ha presentato oggi la sua squadra di governo al presidente della Repubblica, Beji Caid Essebsi.

Si tratta di un governo composto da 26 ministri e 4 segretari di Stato, in cui sembra prevalere la logica dell’equilibrio e dell’interesse nazionale, al cui interno sono ricomprese personalità politiche di diversa estrazione e tecnici, che essenzialmente dovrà darà attuazione alle cinque priorità dell’Accordo di Cartagine: lotta al terrorismo, alla corruzione e al contrabbando, crescita economica, controllo degli equilibri finanziari, lotta all’inquinamento e tutela dell’ambiente e sviluppo sostenibile.

Chahed sembra aver mantenuto le promesse del giorno della sua nomina a premier incaricato, riuscendo a mettere insieme una squadra eterogenea che accontenta le richieste dei firmatari dell’Accordo di Cartagine, ovvero l’85% circa delle forze in parlamento, oltre ai rappresentanti dei datori di lavoro e dei sindacati. Rimangono fuori solo le opposizioni di sinistra.

Nella squadra molti nuovi nomi ma anche la riconferma per alcune personalità del governo uscente, probabilmente in vista del buon lavoro svolto finora. Si tratta del ministro della Difesa, Farhat Horchani, degli Esteri, Khemaïs Jhinaoui, dell’Interno Hedi Madjoub, dell’Istruzione, Neji Jalloul, del Turismo, Selma Elloumi Rekik e dei Trasporti Anis Ghedira.

La lista di ministri presentata oggi è frutto di lunghe concertazioni tra le parti e il punto di arrivo dell’iniziativa lanciata dal Capo dello Stato nel giugno scorso per la creazione di un governo di coalizione allargata al fine di far superare al Paese il periodo difficile che sta vivendo e consentire di intraprendere le riforme economiche necessarie al suo ammodernamento.

La compagine proposta da Chahed dovrà ora passare al vaglio del parlamento per il voto di fiducia in un’udienza plenaria che verrà fissata presumibilmente entro la fine del mese di agosto o più tardi ai primi di settembre.

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