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Turchia: chiusi 2000 enti “pro-Gülen”, anche 15 atenei

La Turchia del presidente Recep Tayyip Erdogan pubblica oggi il primo decreto pubblicato dopo la dichiarazione dello stato d'emergenza. Keystone/AP Pool Presidential Press Service/YASIN BULBUL sda-ats

(Keystone-ATS) Oltre 2000 enti e istituzioni, tra cui 15 università e 19 sindacati, saranno chiusi in Turchia per sospetti legami con la rete di Fethullah Gülen, accusato da Ankara del fallito golpe. E il fermo di polizia senza convalida del giudice potrà durare fino a 30 giorni.

È quanto stabilisce il primo decreto pubblicato oggi sulla Gazzetta ufficiale dopo la dichiarazione dello stato d’emergenza.

Dell’elenco delle istituzioni chiuse fanno parte 1043 tra scuole private e dormitori studenteschi, 1229 fondazioni e associazioni e 35 ospedali e istituzioni sanitarie. I dipendenti pubblici di cui verrà accertato il legame con la rete di Gülen saranno licenziati e non potranno più lavorare in futuro nel settore pubblico.

Il decreto odierno stabilisce inoltre che il fermo di polizia senza convalida del giudice potrà durare fino a 30 giorni. Ieri, in diretta tv, il ministro della Giustizia, Bekir Bozdag, aveva parlato di un massimo di 8 giorni.

Ieri sera è stata anche sequestrata dalle autorità la direzione di Istanbul dell’organizzazione umanitaria Kimse Yok Mu (C’è nessuno?), impegnata in questi anni in numerose attività all’estero, tra cui molte in Palestina, con il supporto del governo turco.

Intanto, dal G20 di Chengdu (Cina) il vice premier Mehmet Simsek assicura che la Turchia aderirà con convinzione ai principi democratici e allo Stato di diritto dopo il mancato colpo di Stato e l’introduzione dello stato d’emergenza. “Da subito voglio dire che, pur con quanto accaduto una settimana fa in Turchia, continueremo ad aderire con convinzione ai principi democratici e ad applicare la legge del diritto. Non molto è veramente cambiato. So che ci sono alcuni punti interrogativi”, ha aggiunto.

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