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Turchia: Erdogan, mio cognato mi ha avvertito del golpe

(Keystone-ATS) “Mio cognato mi ha informato del golpe. All’inizio non ho preso la minaccia sul serio, ma appena l’intelligence ha verificato il pericolo, abbiamo lasciato l’hotel (di Marmaris, sulla costa egea) in sicurezza con il ministro dell’Energia e siamo arrivati a Istanbul”.

Lo ha detto il presidente turco Recep Tayyip Erdogan in un’intervista ad Al Jazeera.

In Turchia il colpo di stato “è stato organizzato da una minoranza, che rappresenta un’organizzazione terroristica, che voleva imporre la propria volontà alla maggioranza del Paese”, ha poi aggiunto Erdogan.

Nel golpe fallito in Turchia “abbiamo perso 246 persone, compresi quelli travolti dai tank, e 1.500 feriti. Come possono continuare a dire cose contro di me?”: ha detto Erdogan.

“Penso che non sia finita, e nei prossimi giorni avremo altri nomi” di persone arrestate, “ma nel rispetto della legge, perché siamo un Paese democratico”: ha detto Erdogan.

“Già prima avevamo molti sospetti, ma non potevamo agire per il rispetto della legge”, ha spiegato Erdogan per giustificare la rapidità degli arresti effettuati.

“Da venerdì non ho mai lasciato la Turchia. È assolutamente falso che io abbia chiesto asilo in Germania. Si tratta di affermazioni fatte solo per dipingermi in difficoltà”, ha poi aggiunto il presidente turco.

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