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Uccisa e mutilata Hande Kader, icona Lgbt in Turchia

La polizia turca disperde i partecipanti alla LGTB Pride Parade, tenutasi il 26 luglio a Istanbul. KEYSTONE/EPA/SEDAT SUNA sda-ats

(Keystone-ATS) Ha fatto una fine orribile, Hande Kader, 22 anni, icona del movimento Lgbt (persone Lesbiche, Gay, Bisessuali e Transgender) turco sin da quando lo scorso anno ha sfidato gli idranti della polizia che voleva disperdere la parata del Gay Pride di Istanbul.

Le foto che la ritraggono mentre rimane ferma e decisa davanti ai poliziotti, e poi mentre viene arrestata, fecero il giro del web. Così come ha fatto il giro del web la notizia del ritrovamento del suo cadavere, brutalmente mutilato e carbonizzato, abbandonato sul ciglio di una strada.

Un ritrovamento avvenuto l’8 agosto scorso a Zekeriyaky, un quartiere elegante di Istanbul, ma rimasto nei primi giorni sostanzialmente in sordina, perché le condizioni del corpo erano tali che per arrivare al riconoscimento c’è voluto del tempo. Probabilmente proprio quello che voleva chi l’ha assassinata, per questo ha dato alle fiamme il cadavere.

L’ultima volta che è stata vista viva risale alla fine di luglio. Kader, che si prostituiva, è stata vista salire sull’auto di un cliente, secondo quanto scrive il quotidiano Daily Sabah Turkey. Poi più nulla. Il suo partner aveva lanciato l’allarme quando non era tornata a casa.

Una vicenda peraltro drammaticamente simile ad una registrata appena pochi giorni fa, quando è stato ritrovato il cadavere decapitato e mutilato di un profugo siriano gay, Muhammad Wisam Sankari, scomparso alcuni giorni prima nel centro di Istanbul. Fuggito dalla guerra nel suo Paese, Sankari era arrivato in Turchia da un anno, ma dopo esser stato sequestrato e violentato cinque mesi fa, voleva andarsene.

“Noi veniamo assassinati e loro non sentono le nostre voci, perché le regole in Turchia non ci proteggono”, afferma Emirhan Deniz Celebi, direttore dell’organizzazione Lgbt SPoD di Istanbul. E secondo l’attivista e avvocato Levent Piskin, con la repressione dopo il fallito golpe del 15 luglio, la comunità Lgbt si sente ancora più vulnerabile. Perché “in realtà, non ha mai avuto diritti legali”.

L’omosessualità in Turchia è legale sin dalla nascita dello Stato turco, come lo era nel secolo precedente nell’impero Ottomano, ma incidenti, aggressioni e pesanti discriminazioni ai danni persone della comunità Lgbt sono purtroppo all’ordine del giorno in molte città turche, compresa Istanbul, che viene considerata più ‘all’avanguardià. Secondo una recente ricerca del Centro Pew, quasi l’80 per cento dei turchi ritiene che l’omosessualità sia “moralmente inaccettabile”.

Ma la comunità Lgbt turca e gli attivisti per la difesa dei diritti civili non ci stanno a rimanere in silenzio. Chiedono a gran voce giustizia. Giustizia contro i crimini di odio. E domani, scenderanno ancora una volta in strada per manifestare, sulla Istiklal Avenue di Istanbul. Chiederà giustizia per Hande Kader, e il rispetto dei diritti umani. E allo stesso tempo, verrà lanciata sui social network una campagna di sensibilizzazione sulla triste sorte di Hande Kader, di Wisam Sankari e di altri, e sulla difficile situazione della comunità Lgbt in Turchia.

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