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Unesco: Giappone interrompe pagamento quote annuali

(Keystone-ATS) Il Giappone segue l’esempio degli Stati Uniti, interrompendo i finanziamenti all’Unesco, l’agenzia delle Nazioni Unite che si occupa di educazione e di gestione del patrimonio culturale.

L’importo sospeso, come confermato dal ministro degli Esteri giapponese Fumio Kishida, è pari al 4 miliardi di yen (l’equivalente di 40 milioni di dollari), e la decisione è stata presa in merito al provvedimento dell’Unesco di catalogare i documenti legati al massacro di Nanchino presentati dalla Cina, definendoli come fatti storici a ‘memoria della comunità internazionale’.

Kishida ha spiegato alla stampa che la decisione di interrompere i pagamenti è stata fatta in base a valutazioni di merito dopo che il Giappone ha chiesto più volte all’agenzia dell’Onu di aggiornare il giudizio di interpretazione dei fatti, e che il governo deciderà più avanti in maniera definitiva.

I documenti presentati dalla Cina nel 2014 riguardano il massacro compiuto dall’esercito giapponese dopo l’occupazione di Nanchino tra il dicembre del 1937 e il febbraio del 1938. Secondo le stime cinesi i morti ammontano a oltre 300’000 tra civili e soldati, con numerosi casi di stupri e saccheggio da parte dei militari nipponici che sono stati accusati di atrocità e crimini di guerra. Il governo di Tokyo contesta che i documenti non sono stati verificati e notifica all’agenzia mancanza di chiarezza e trasparenza nel processo di approvazione.

Il Giappone è di fatto il principale finanziatore dell’Unesco con il 9,6% del budget dell’agenzia, dopo la decisione degli Stati Uniti di interrompere i finanziamenti a partire dal 2011 per protesta all’adesione della Palestina tra i Paesi membri. Come conseguenza gli Stati Uniti hanno perso il diritto voto all’assemblea nel 2013, due anni dopo lo stop dei pagamenti delle quote.

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