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Villaggio per 360 richiedenti asilo nel cuore di Zurigo

(Keystone-ATS) La Confederazione e la città di Zurigo vogliono costruire un villaggio che potrà ospitare 360 richiedenti asilo su un terreno nel cuore di “Zürich-West”, l’ex zona industriale diventata il simbolo dell’espansione urbanistica della città.

Le autorità zurighesi hanno presentato oggi la richiesta di licenza edilizia ed hanno aperto un concorso per le imprese di costruzione interessate a realizzare l’opera. Il nuovo centro, realizzato in collaborazione con la Segreteria di Stato della migrazione (SEM), dovrebbe diventare operativo nel 2020 per un periodo di 25 anni al massimo.

“Vogliamo un centro che abbia il carattere di un villaggio”, ha dichiarato oggi davanti alla stampa il municipale Raphael Golta (PS), responsabile del dicastero opere sociali di Zurigo.

Realizzato sulla cosiddetta “area Duttweiler”, dirimpetto all’alta scuola d’arte che ha trovato posto nell’ex latteria Toni, la nuova struttura dovrà sostituire il centro situato nel quartiere di Altstetten in cui la Confederazione ha iniziato a testare le nuove procedure accelerate in materia di asilo.

Città e Confederazione hanno sottoscritto nel maggio di un anno fa l’accordo sulla realizzazione del nuovo centro. Quest’ultimo prevede che la Città costruisca la struttura e la affitti alla Confederazione per un periodo iniziale di 15 anni, con la possibilità di prolungare la durata a due riprese di altri 5 anni.

I costi saranno a carico della Confederazione, mentre Zurigo avrà il ruolo di committente. Per questo motivo il progetto dovrà essere sottoposto al consiglio comunale ed anche al parere popolare, con una votazione prevista nell’autunno 2017.

I costi esatti dell’opera non sono ancora noti, ma non dovrebbero superare i 20 milioni di franchi, ha detto il municipale André Odermatt (PS), responsabile delle opere pubbliche. Solo i vicini più diretti avranno possibilità di fare ricorso. Le discussioni sin qui avute con i rappresentanti del quartiere hanno mostrato “un clima positivo e aperto al dialogo”, ha detto Raphael Golta.

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