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Una nuova casa per gli orsi di Berna

La fossa degli orsi a Berna, una grande attrazione turistica Keystone

Gli orsi di Berna, simbolo della capitale svizzera e sicura attrazione turistica, si preparano a lasciare l'angusta fossa per vivere, poco più in là, in uno spazio più ampio.

Da anni ormai animalisti e occasionali visitatori sono unanimi nel denunciare le poco consone condizioni in cui sono costretti gli orsi. E ora la città è pronta a realizzare per loro un parco.

Proprio di recente il parlamento cantonale ha approvato un credito di 2,25 milioni di franchi quale contributo al progetto di nuovo parco, i cui costi complessivi ammontano a 9,7 milioni di franchi. Il progetto, ridimensionato rispetto alla proposta iniziale, sarà in gran parte finanziato dagli sponsor.

Nei giorni scorsi l’ufficio del turismo di Berna ha inoltre annunciato di aver raccolto circa 240 mila franchi, frutto della corsa organizzata in favore degli orsi a cui hanno preso parte quasi un migliaio di persone. Secondo la portavoce dell’ente turistico Sandra Schär, l’obiettivo dell’iniziativa è stato quindi raggiunto.

“Il progetto di nuovo parco per gli orsi – spiega a swissinfo – è pertanto già finanziato nella misura dell’80%. Ciò significa che occorre ancora racimolare del denaro, ma siamo sicuri che questo progetto vedrà finalmente la luce”.

Un parco un po’ più a misura d’orso

La nuova struttura – ovvero la nuova e tanto sospirata casa degli orsi – integrerà l’attuale fossa dei plantigradi offrendo però maggiore spazio agli animali (6’500 metri quadrati). Il parco costeggerà il fiume Aar e sarà realizzato tenendo in considerazione le esigenze degli orsi. L’idea è propria quella di creare un habitat adatto a loro, con alberi e prati; potranno andare a caccia di pesci direttamente nel fiume.

Sandra Schär è sicura che la gente – tanto i residenti, quanto i turisti – non vede l’ora di ammirare il nuovo spazio naturalistico, i cui lavori di realizzazione dovrebbero iniziare alla fine del 2007. L’apertura del parco è prevista nell’estate del 2009.

“La fossa degli orsi è una vera attrazione. In primavera o in estate, quando le giornate sono belle, la fossa è circondata da un sacco di gente. Da turisti svizzeri ed esteri, certo. Ma molto spesso – aggiunge Schär – anche le famiglie bernesi amano fare una sosta qui con i loro bambini”.

“Ora è proprio giunta l’ora di dare agli orsi uno spazio più dignitoso, dove possono accedere direttamente all’Aar e giocare tra di loro nel parco”.

Una lunga storia lega Berna agli orsi

I legami tra Berna e gli orsi si perde quasi nella notte dei tempi. Secondo una leggenda popolare, Berthold von Zäringen, fondatore della città, uccise un orso nell’ansa del fiume Aar, il luogo dove sorge Berna. Per questo motivo, il nome Bern viene fatto derivare da Bär, ovvero orso in lingua tedesca. La sagoma dell’animale compare del resto anche sullo stemma cittadino.

Quel che c’è di sicuro è che gli orsi sono da lungo associati alla città di Berna, che dal XV ha creato per loro una fossa nel centro della città (Bärengraben). La fossa come la vediamo oggi, risale al 1857 e nei suoi angusti spazi furono fatti prigionieri 12 orsi, a dimostrare la forza e il potere dell’uomo sull’animale.

Nel corso degli anni, è stata rinnovata e leggermente ampliata per offrire agli orsi condizioni di sopravvivenza più decorose – benché insufficienti – e permettere ai turisti di vedere meglio gli animali.

Ma continue e ricorrenti critiche sulle condizioni di vita degli orsi non si sono mai placate. E non solo da parte degli animalisti, che desiderano per i plantigradi un habitat naturale. Anche molti turisti sono stati negativamente impressionati dalla triste vita degli orsi in quella grigia fossa.

Non solo per Tana e Pedro

Il progetto del parco degli orsi risale al 2003. L’area permetterà ai plantigradi di stare all’aperto 24 ore su 24, un fatto molto importante per questi animali bisogni di movimento. Il pubblico potrà seguire la vita degli orsi percorrendo il sentiero che costeggerà il parco. Delle telecamere e dei sensori permetteranno di localizzare gli animali.

La realizzazione del parco non rientra però unicamente in una strategia di sviluppo del turismo. Il parco è considerato infatti un importante tassello nella riqualifica della città a beneficio, dunque, di tutti i cittadini che avranno una nuova area di svago.

Intanto si spera che Tana e Pedro, gli unici due orsi rimasti nella fossa bernese, possano essere i primi inquilini del nuovo parco. I due orsi bruni, che hanno 26 anni, sono originari dei Pirenei e sono nati nello zoo di Barcellona in Spagna. Il terzo orso, Urs, è morto circa un mese fa.

Ora lo sguardo dei bernesi, e soprattutto di Sandra Schär, è puntato sull’orizzonte del nuovo parco: “Il nome di Berna è legato all’orso, la fortuna di Berna è legata all’orso. La nostra realtà senza questi animali – conclude Schär – sarebbe quasi come perdere la nostra anima”.

swissinfo, Isobel Leybold-Johnson
(traduzione e adattamento dall’inglese Françoise Gehring)

Attualmente nella fossa degli orsi di Berna ci sono due ospiti: Pedro e Tana.
Sono nati in Spagna nel 1981.
La fossa è di forma semicircolare, ha un diametro di 12 metri e la profondità è di quasi 4 metri.
Vi possono alloggiare dodici orsi ed è stata ristrutturata nel 1996.
Si stima che in Europa vi siano 50 mila orsi bruni.
Da adulto un orso maschio può pesare fino a 350 kg, mentre una femmina adulta può raggiungere il peso di 200 kg.

Urs, il terzo orso della fossa bernese, è morto circa un mese fa. L’anziano plantigrado, dopo 28 anni trascorsi al servizio del turismo della capitale federale, è stato addormentato per sempre perché soffriva di artrosi; aveva compiuto i 30 anni lo scorso 18 gennaio.

Urs era un ibrido di molti differenti tipi di orsi bruni europei, pesava circa 250 Kg ed era alto poco più di due metri. Desiderava vivere isolato e non apprezzava la compagnia di altri animali. Ecco perché Pedro e Tana vivevano in un’altra fossa.

I resti di Urs sono stati spediti a Soletta, che aveva “prestato” a Berna l’orso ricevuto in dono dallo scultore Urs Eggenschwyler. Nel suo zoo privato, questo artista dava ospitalità ad orsi propri e ne lasciò uno – Urs, appunto – alla città di Soletta.

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