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USA: democratici difendono FBI su Russiagate, Trump attacca

Donald Trump. KEYSTONE/AP/EVAN VUCCI sda-ats

(Keystone-ATS) L’FBI ha agito correttamente nelle indagini sulle interferenze della Russia sul voto. Lo sostiene un rapporto dei democratici pubblicano in risposta alle critiche dei repubblicani all’agenzia investigativa federale.

Questi ultimi accusavano l’FBI di abuso di poter nella sorveglianza di Carter Page, l’ex consigliere della campagna di Donald Trump

La furia del presidente americano alla pubblicazione del rapporto, che la Casa Bianca aveva bloccato solo due settimana fa, è immediata: “nessuna collusione”, il Russiagate è una “caccia alle streghe”, e la colpa è di Barack Obama.

Con il documento di 10 pagine in gran parte censurato, i democratici puntano a demolire punto per punto le accuse dei repubblicani. L’FBI – affermano – ha usato solo una minima parte delle informazioni del dossier dell’ex spia inglese Christopher Steele sui presunti legami fra Trump e la Russia, pagato dalla campagna di Hillary Clinton. Gli agenti federali – aggiungono – avevano sentito Page ancora prima del dossier, nel marzo del 2016.

A confermare la correttezza dell’operato dell’FBI c’è poi il fatto che i giudici a cui sono state presentate le richieste per intercettare Page sono stati nominati tutti da presidenti repubblicani ed erano a conoscenza del fatto che il rapporto Steele era stato commissionato per motivi politici.

La pubblicazione del documento, anche se con molti omissis, consente ai democratici di offrire la loro versione dei fatti. Ma le polemiche sono immediate: alle scontate critiche dei repubblicani, si aggiungono quelle di osservatori, parlamentari e senatori che lamentano come la commissione di intelligence della camera sprechi tempo: invece di concentrarsi sulle indagini è impegnata solo in una banale battaglia politica per influenzare l’opinione pubblica.

Le critiche più aspre al memo arrivano da Trump: ”è un fiasco politico e legale”: Obama, che era alla Casa Bianca durante le interferenze della Russia, ”non ha fatto nulla”. La rabbia di Trump emerge chiaramente in un’intervista telefonica a Fox News: sarebbe opportuno indagare ”l’altra parte” del Russiagate perché quello che hanno fatto è ”fraudolento”. Poi il presidente invita “all’unità nazionale”.

La reazione di Trump sembra contrastare con la “tranquillità” ostentata dalla Casa Bianca sulle indagini del Russiagate. Dopo l’ammissione di colpevolezza dell’ex consigliere Rick Gates, a preoccupare è il pericolo che ceda alla pressioni anche Paul Manafort, l’ex responsabile della campagna di Trump presente all’incontro del giugno 2016 di Donald Trump Jr e Jared Kushner con un legale russo. E se Manafort dovesse piegarsi a Mueller la posizione di Trump potrebbe complicarsi.

I legali del presidente si stanno preparando e lavorano al momento a valutare le modalità di un possibile interrogatorio di Trump da parte di Mueller. Le ipotesi al vaglio sono un interrogatorio per iscritto o un faccia a faccia breve.

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