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Usi e costumi musulmani: la destra non si ferma

Cristiani e musulmani gli uni accanto agli altri in un cimitero elvetico Keystone

Sulla scia della vittoria alle urne, l'Unione democratica di centro sta pianificando ulteriori passi contro la diffusione dell'Islam nella Confederazione.

«Dagli elettori è giunto un segnale molto forte: non vogliono che siano soddisfatte le richieste di maggior potere da parte dell’Islam politico a scapito delle nostre usanze e dei nostri valori. I musulmani devono essere spinti a integrarsi nella nostra società», afferma Adrian Amstutz, deputato e membro dell’Unione democratica di centro (UDC, destra nazional-conservatrice).

La sua formazione – una delle più importanti nel parlamento nazionale – ha infatti contribuito in modo decisivo al sostegno dell’iniziativa popolare per impedire la costruzione di nuovi minareti nella Confederazione, approvato domenica con il 57,5% di consensi.

Tra le misure che il partito vorrebbe concretizzare figurano provvedimenti contro i matrimoni forzati e la mutilazione genitale delle donne, così come la proibizione di indossare il burqa in pubblico e la dispensa dalle lezioni di nuoto per gli allievi musulmani. Amstutz ha aggiunto che il partito sta inoltre valutando se agire per proibire i cimiteri musulmani.

«Nessuna società parallela»

In un comunicato diffuso dopo la votazione, l’UDC ha dichiarato che il verdetto di domenica mostra come gli elvetici non vogliano società parallele e diritti speciali: «Le nostre leggi si applicano a ciascun cittadino». Inoltre, è stato sottolineato, «dobbiamo controllare l’immigrazione: chi viola la legge, deve lasciare il paese».

L’UDC ha già raccolto abbastanza firme per un’iniziativa volta a espellere dalla Confederazione gli stranieri che delinquono o che hanno abusato delle prestazioni sociali. Non è ancora noto quando l’oggetto in questione sarà sottoposto al popolo.

Nel mese di ottobre, il governo elvetico ha dal canto suo annunciato l’intenzione di inasprire la legislazione che sanziona i matrimoni forzati, mentre il partito popolare democratico – nell’ottica di lottare a favore dei diritti femminili – insiste affinché sia vietato l’utilizzo del burqa.

Passare all’atto

Secondo Amstutz, è giunto il momento di passare dalle parole ai fatti. «Fino ad oggi le nostre proposte sono state respinte o mitigate. Forse l’esecutivo e gli altri partiti si stanno finalmente rendendo conto del fatto che ora è necessario agire». A tal proposito, l’UDC ha già dichiarato che non sarà tollerato alcun ritardo nell’implementazione del divieto di costruire nuovi minareti.

Secondo l’UDC, «coloro i quali si chiedono se il testo dell’iniziativa può davvero essere applicato mostrano una preoccupante mancanza di rispetto nei confronti dei diritti popolari».

I vertici del partito hanno chiesto alla Svizzera di revocare la propria partecipazione ai trattati internazionali se la Corte europea dei diritti dell’uomo dovesse esprimersi contro la decisione di domenica. La ministra degli esteri Micheline Calmy-Rey ha comunque escluso questa eventualità.

Un’associazione locale di musulmani svizzeri ha dal canto suo annunciato lunedì l’intenzione di rivolgersi ai tribunali per lottare contro la proibizione di un nuovo minareto a Langenthal, anche se tale iniziativa dovesse richiedere anni di tempo.

Urs Geiser, swissinfo.ch
(traduzione e adattamento: Andrea Clementi)

Nella Confederazione vivono circa 400’000 musulmani.

Nel 2000 rappresentavano il 4,26% della popolazione svizzera. Si tratta della principale comunità religiosa del paese dopo i cattolici e i protestanti.

Tra il 1990 e il 2000 la popolazione musulmana dall’ex Yugoslavia in Svizzera è triplicata. Con una proporzione del 56,4%, i musulmani provenienti dai Balcani costituiscono la comunità islamica più grande della Confederazione.

Nel 2000, il 20% dei musulmani in Svizzera proveniva dalla Turchia, l’11,7% aveva un passaporto rossocrociato e il 6% era di origini africane (principalmente Magreb).

In Svizzera ci sono quattro moschee dotate di minareto: Zurigo, Ginevra, Winterthur (Zurigo) e Wangen (Soletta).

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