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Venezia ricorda Hermann Hesse

Mostra Hermann Hesse a Venezia (CD)

In laguna la più importante mostra italiana per «l'anno di Hesse», salutato da un crescente successo di pubblico e critica.

L’anno si conclude all’insegna di una città particolarmente amata dallo scrittore, premio Nobel per la letteratura nel 1946.

La terra sognata

Hesse vi giunse per la prima volta a 24 anni, nel 1901, in un viaggio “di scoperta” cui ne seguirono molti altri, sempre alla ricerca di fonti di ispirazione nei magici colori della laguna.

Venezia ora contraccambia le attenzioni con la mostra più importante organizzata in Italia, aperta fino al 20 dicembre, per sottolineare i 125 anni dalla nascita dell’artista.

Laguna e monti

La rassegna oscilla tra l’evanescenza della laguna e i paesaggi montagnosi del canton Ticino, raggruppando fotografie, diari, documenti e acquarelli dell’artista nella cornice dello Spazio Culturale Svizzero in Palazzo Trevisan degli Ulivi (Dorsoduro), che ha inaugurato le sue attività lo scorso 8 febbraio.

L’architettura stessa dell’esposizione, curata da Paola Piffaretti, sottolinea l’impostazione bipolare: “Si è voluto -spiega l’architetto- ricercare un legame preciso con i luoghi che furono cari ad Hesse. Così, tutto il materiale inerente a Venezia, all’elemento acquatico, viene presentato nell’ala che dà sul canale della Giudecca. Quello che invece ha un legame con il Ticino, con l’elemento della terra, trova spazio più all’interno, verso il campo Sant’Agnese”.

Nella prima categoria rientrano tutta una serie di impressioni di Hesse sulla città lagunare, raccolte sotto forma di diari scritti durante i viaggi in Italia. Li accompagnano fotografie d’epoca, cartoline, libri, mappe, che aiutano il visitatore a ritrovare l’atmosfera d’allora.

Del secondo gruppo fanno invece parte 24 acquarelli e sei disegni a china realizzati in Ticino (dapprima per motivi psicoterapeutici, in seguito per vera passione artistica), anche questi completati da una selezione di testi e oggetti dello scrittore legati al Cantone in cui aveva scelto di vivere.

Parole e colori

“A Venezia Hesse non dipinse nulla -spiega ancora l’architetto-; in compenso osservava minuziosamente i colori della laguna, cui cominciò ad interessarsi subito, addirittura prima che ai monumenti della città. Ed è molto interessante confrontare i testi che gli ispirò la natura veneziana con gli acquarelli realizzati più tardi. Nella pittura si nota palesemente l’influsso delle osservazioni annotate nei diari”.

I due poli della mostra, l’acqua e la terra, Venezia e il Ticino, pur separati trovano anche qualche punto in comune, sottolineato da una selezione di testi tratti dal “Siddharta”.

Il percorso letterario e pittorico è inoltre completato da una serie di eventi di appoggio: letture pubbliche, una conferenza, la presentazione di un documentario e un concerto. Il tutto patrocinato dal Consolato generale di Svizzera a Milano e dalla Fondazione Hesse di Montagnola.

Nel mondo e in Ticino

La direttrice della Fondazione e del Museo, Regina Bucher, trae un bilancio molto positivo dell’anno che si avvia a conclusione: le varie mostre organizzate in Svizzera e all’estero hanno attirato finora circa 70mila spettatori, di cui 20mila nella sola Montagnola (contro una media annuale di 10-11 mila).

“Il pubblico si è rivelato veramente internazionale, con visitatori da Stati Uniti, Giappone, Belgio, Spagna, Scandinavia, oltre che naturalmente da Germania e Italia”.

E dal Ticino? “L’argomento è un po’ delicato, perché ogni tanto si ha l’impressione che i ticinesi considerino Hesse uno scrittore tedesco, lontano dalla loro sensibilità. Ma stiamo lavorando in questa direzione, per far passare l’immagine di Hesse come Nobel svizzero, che ha scelto il Ticino come sua seconda patria”.

Ecco quindi già in cantiere le iniziative a Montagnola per il prossimo anno: finite le celebrazioni, si riparte in marzo con una mostra dedicata a Hermann Hubacher, scultore e grande amico dello scrittore, seguita a giugno da una rassegna sulla figura dell’artista Maria Geroe-Tobler, allieva di Kandinsky e anche lei rifugiatasi sulla Collina d’Oro.

Infine, dal settembre 2003 al febbraio 2004, si potrà visitare un’esposizione dedicata alle relazioni fra Hesse e gli abitanti di Montagnola: un modo -questo- per riportare concretamente lo scrittore in mezzo alla gente che circondò e accompagnò il suo percorso artistico.

Alessandra Zumthor

Hermann Hesse torna sulla laguna. Grazie a una mostra che il Consolato generale di Svizzera a Milano e la Fondazione Hermann Hesse di Montagnola (CH) hanno voluto dedicare al premio Nobel svizzero per la letteratura in quella città che lo scrittore di lingua tedesca più letto del Novecento ha tanto amato.

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