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Tre massicci “no” escono dalle urne

swissinfo.ch

Nessuno dei temi in votazione ha convinto l’elettorato. I partecipanti hanno bocciato sia il progetto di revisione dell’assicurazione malattia, che le iniziative popolari per rafforzare i diritti popolari in politica estera e favorire l'accesso alla proprietà immobiliare.

Benché fosse sostenuta dal governo e dalla maggioranza del parlamento, la modifica della legge federale sull’assicurazione malattia è stata duramente respinta dai votanti: oltre i tre quarti dei partecipanti a questo scrutinio hanno infatti silurato il progetto di riforma, che mirava ad introdurre in tutto il paese il modello delle cure integrate.

Stessa sorte per l’iniziativa dell’Associazione per una Svizzera neutrale e  indipendente, che chiedeva di sottomettere in futuro al popolo tutti i trattati internazionali di una certa importanza. La proposta volta a rafforzare i diritti popolari in politica estera ha ottenuto soltanto l’appoggio di uno svizzero su quattro.

Risultato appena leggermente migliore per l’iniziativa popolare che voleva introdurre nuove agevolazione fiscali per favorire l’accesso alla proprietà privata: il testo ha ricevuto quasi il sostegno di un votante su tre. Nel giro di poco più di tre mesi, viene così bocciata dal popolo anche la seconda iniziativa che aveva come obbiettivo di agevolare l’acquisto del proprio alloggio.

Poco interesse per il managed care

Con queste votazioni, è così fallito l’ennesimo tentativo di riformare l’assicurazione malattia per far fronte all’esplosione dei costi della salute, cresciuti oltre misura da una ventina d’anni. Nonostante il continuo aumento dei premi delle casse malati, i più importanti progetti di revisione della legge sono stati finora bocciati dalle Camere federali o, come questa fine settimana, dal popolo.

Il massiccio no espresso dai cittadini suona addirittura come uno schiaffo per il governo e la maggioranza del parlamento che, dopo anni di lavori nell’enorme cantiere dell’assicurazione malattia, erano riusciti a trovare un consenso minimo per l’introduzione in tutta la Svizzera del modello delle cure integrate (managed care). Questo modello, attualmente diffuso solo su base volontaria e più che altro nei centri urbani, prevede il raggruppamento di professionisti del settore medico per migliorare la qualità dei trattamenti e arginare i costi dell’assicurazione malattia.

Neppure questo modello ha però convinto i partecipanti alla votazione, che hanno dato ragione ai promotori del referendum: il Partito socialista (PS), la Federazione dei medici svizzeri (FMH) e alcune organizzazioni mediche e sindacali. Ai loro occhi, questa revisione avrebbe pregiudicato la libera scelta del medico e dell’ospedale, punendo i pazienti invece di colpire le vere cause dell’esplosione dei costi della salute.

Per la libera scelta del medico

“Questa proposta è fallita, poiché i suoi obbiettivi non corrispondevano ai bisogni della popolazione”, ha dichiarato la deputata socialista Silvia Schenker. Secondo la collega Jacquelin Fehr, con questo responso delle urne sono aumentate le chance in favore di una cassa malati unica, con la quale il Partito socialista intende risolvere i problemi dell’assicurazione malattia obbligatoria.

Per il presidente dell’FMH Jacques de Haller, “gli svizzeri si sono espressi in favore della libera scelta del medico” e contro un progetto che non avrebbe permesso di ridurre gran che le spese sanitarie. A suo avviso, dovranno essere ora i cantoni a dare un maggiore contributo per finanziare l’assicurazione malattia, in particolare partecipando ai costi dei trattamenti ambulatoriali.

L’associazione delle casse malati Santésuisse deplora invece il risultato dello scrutinio: gli svizzeri hanno perso una buona occasione per realizzare una riforma importante dell’assicurazione malattia. In caso di insicurezza sulla portata di una proposta, come in questo caso in seguito alle “argomentazioni fuorvianti” degli oppositori, la maggioranza dei cittadini preferisce salvaguardare lo statu quo, osserva Santésuisse.

Per il ministro della sanità Alain Berset, il responso delle urne dimostra soprattutto “le difficoltà che esistono da tempo per riunire una maggioranza in favore di una riforma dell’assicurazione malattia”. Eppure si trattava del solo progetto sul tavolo che aveva raccolto un certo consenso.

Diritti politici sufficienti

I cittadini svizzeri non considerano necessario estendere i propri diritti politici in politica estera: i votanti hanno così silurato l’iniziativa lanciata dall’Associazione per una Svizzera neutrale e indipendente (ASNI) e sostenuta dall’Unione democratica di centro (UDC), che intendeva sottoporre obbligatoriamente a votazione federale, in futuro, ogni trattato internazionale di una certa importanza.

I diritti attuali sono apparsi sufficienti alla maggioranza dei partecipanti al voto: già oggi il popolo può esprimersi su quasi tutti i temi maggiori di politica estera, se lo desidera. A tale scopo è però necessaria la raccolta di 50’000 firme per esigere un referendum nazionale. L’iniziativa della destra conservatrice avrebbe più che altro permesso di evitare l’impegnativa raccolta delle firme.

“Non siamo riusciti a suscitare delle emozioni e a convincere il nostro stesso elettorato in favore di questa iniziativa”, ha ammesso Pirmin Schwander, presidente dell’ASNI. “L’iniziativa era troppo astratta. Ma se il popolo non vuole essere sovrano in politica estera, non deve poi lamentarsi”, ha dichiarato il deputato dell’UDC Oskar Freysinger.

Soddisfatti invece i partiti di centro e di sinistra, che si erano opposti all’iniziativa della destra. “Il popolo ha scelto in modo pragmatico e non ideologico”, ha affermato Pirmin Bishof, deputato del Partito popolare democratico, secondo il quale l’iniziativa avrebbe soltanto danneggiato l’economia, ostacolando i negoziati per la conclusione di trattati internazionali. “Questo voto è un freno per i conservatori che vogliono spingere la Svizzera verso l’isolamento internazionale”, ha sostenuto invece il senatore socialista Hans Stöckli.

Niente agevolazioni per l’accesso all’alloggio

Come per l’assicurazione malattia, anche le proposte volte a promuovere l’accesso alla proprietà privata vengono regolarmente respinte dall’elettorato. L’iniziativa “Accesso alla proprietà grazie al risparmio per l’alloggio” ha fatto la stessa fine di quella bocciata lo scorso 11 marzo, che aveva però raccolto un 44,2% dei voti.

“In Svizzera non si sente veramente il bisogno di agevolare l’accesso all’alloggio tramite ulteriori deduzioni fiscali”, ha costatato questa domenica la ministra delle finanze Eveline Widmer-Schlumpf, prendendo atto del responso delle urne. In settembre il popolo sarà però chiamato a esprimersi per la terza volta di seguito su questo tema con l’iniziativa “Sicurezza dell’alloggio per i pensionati”.

“La nostra iniziativa voleva essere un regalo per gli inquilini che desiderano acquisire a loro volta un alloggio, ma non lo hanno accettato”, ha dichiarato Ansgar Gmür, direttore dell’Associazione dei proprietari fondiari, dicendosi sorpreso per l’entità dei no. A suo avviso, il rifiuto popolare è motivato anche da una certa invidia da parte di molti inquilini.

Per l’Associazione svizzera inquilini, il quarto no scaturito dalle urne dal 1999 sulla promozione dell’alloggio dimostra invece che “il popolo non vuole concedere privilegi ancora pù grandi a ricchi proprietari immobiliari”.

La modifica della legge federale sull’assicurazione malattie in favore dell’introduzione del modello di cure integrate (Managed Care) è stata respinta da circa il 76% dei partecipanti al voto.

Il 75,3% dei votanti hanno bocciato anche l’iniziativa popolare “Per il rafforzamento dei diritti popolari in politica estera (accordi internazionali: decida il popolo!)”.

Pure rifiutata dal 68,9% dei cittadini l’iniziativa popolare “Accesso alla proprietà grazie al risparmio per l’alloggio”.

Il tasso di partecipazione a queste votazioni federali si situa sul 37%.

12 cantoni hanno effettuato prove di voto elettronico per queste votazioni federali, con un esito positivo, secondo quanto reso noto dalla Cancelleria federale.

Nei Cantoni che hanno partecipato alle prove di e-voting, fino al 52% degli elettori ammessi si sono serviti del nuovo canale di voto.

Offerto finora soprattutto agli svizzeri dell’estero a titolo sperimentale, il voto elettronico dovrebbe essere introdotto in tutti cantoni al più tardi per le elezioni federali del 2015.

I cittadini di 12 cantoni si sono espressi nel fine settimana anche su temi di carattere locale.

Nel canton Vaud, i votanti hanno approvato un controprogetto ad un’iniziativa dell’associazione Exit, che prevede di regolamentare l’assistenza al suicidio nelle case per anziani e negli ospedali.

A Zurigo, la popolazione ha bocciato nuovi sgravi fiscali per le imprese, che avrebbero causato minori introiti per 120 milioni di franchi. Approvata invece l’iniziativa dei Verdi che mira a salvaguardare i terreni agricoli e le superfici ecologicamente rilevanti.

Tagli alle imposte per le aziende sono stati respinti anche nel semicantone di Basilea città.

A Neuchâtel è stata bocciata una legge che avrebbe instaurato un prelievo basato sul consumo di elettricità.

I cittadini del canton Lucerna hanno respinto la proposta di prolungare l’apertura dei negozi il sabato e alla vigilia dei giorni festivi.

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