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Votazione uscita dal nucleare: spaccatura tra città e campagna

La votazione federale di domenica scorsa rivela ancora una volta la spaccatura che si è delineata negli ultimi anni tra città e campagna. KEYSTONE/GAETAN BALLY sda-ats

(Keystone-ATS) La votazione federale di domenica scorsa rivela ancora una volta la spaccatura che si è delineata negli ultimi anni tra città e campagna.

Gli svizzeri che vivono in zone rurali hanno infatti respinto il testo per l’abbandono del nucleare con il 59% dei voti, quelli che abitano in spazi urbani l’hanno invece accolto con il 56% di “sì”.

È quanto emerge da un sondaggio post votazione svolto da Tamedia. Dall’inchiesta risulta inoltre che le persone di oltre 65 anni hanno detto chiaramente di “no” all’iniziativa con il 60% dei suffragi.

I minori di 34 anni e le persone tra i 50 ai 64 anni erano contrari al testo nella stessa misura. I “sì” e i “no” sono infine stati equilibrati tra i cittadini d’età compresa tra i 35 e i 49 anni.

L’argomento più citato per il “sì” è che l’uscita dal nucleare era l’occasione di promuovere le energie rinnovabili (30%). Per il 27% invece il proseguimento dell’esercizio delle centrali è troppo pericoloso. Tra gli oppositori invece la motivazione principale è stata la minaccia di dipendere dall’importazione dall’estero di energia prodotta da carbone e atomi (33%).

I votanti in possesso di un diploma universitario hanno approvato l’uscita dal nucleare con il 55% dei voti, mentre la maggioranza delle persone con altri gradi di formazione hanno respinto il testo.

Senza sorpresa, i sostenitori più numerosi dell’iniziativa sono stati i seguaci dei socialisti, dei Verdi e dei Verdi liberali (almeno nella misura del 77%) e gli oppositori quelli del PLR, del PPD, dell’UDC e del PBD (almeno il 62%).

Per il 45% dei partecipanti al sondaggio non esiste scenario per cui accetterebbero la realizzazione di una nuova centrale nucleare, mentre il 25% lo farebbe se arrivasse una nuova tecnologia con meno rischi. Infine, il 13% è semplicemente favorevole alla costruzione.

I risultati dell’inchiesta sono stati tratti dalle 12’329 risposte pervenute online tra il 25 e il 27 novembre. Il margine d’errore è del +/- 2,2%.

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