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“Discussione molto positiva” sui dazi doganali, afferma Parmelin

"Abbiamo avuto una discussione molto positiva e siamo riusciti a chiarire quasi tutti i punti". Così si è espresso alla radio svizzero-tedesca SRF il ministro dell'economia Guy Parmelin dopo la sua visita a Washington per discutere dei dazi doganali americani.

(Keystone-ATS) “Non appena questi punti saranno stati definitivamente chiariti, verranno fornite ulteriori informazioni”, ha precisato il consigliere federale non nascondendo il suo ottimismo. Secondo le informazioni provenienti dagli Stati Uniti, ha fatto solo una breve apparizione davanti ai media per motivi di tempo.

Accompagnato dalla segretaria di Stato dell’economia (SECO) Helene Budliger Artieda, Parmelin si è recato a Washington nella notte tra mercoledì e giovedì. Nel pomeriggio (ora locale) si sono poi svolte discussioni “a diversi livelli”, ha dichiarato Markus Spörndli, portavoce del Dipartimento federale dell’economia, della formazione e della ricerca (DEFR).

Scambi “molto positivi”

Parmelin ha incontrato in particolare il rappresentante della Casa Bianca per il commercio (USTR) Jamieson Greer. “Gli scambi sono stati molto positivi”, ha dichiarato alla stampa un alto funzionario americano che ha partecipato all’incontro tra i due uomini, citato dall’AFP.

Secondo questa fonte che ha chiesto di rimanere anonima, gli Svizzeri “sono molto consapevoli della necessità di ridurre” gli squilibri commerciali. La Casa Bianca afferma che gli Stati Uniti importano più prodotti elvetici di quanti ne esportino verso la Confederazione. “Ci hanno presentato dei piani in tal senso”, ha aggiunto il funzionario, citato dall’AFP, lasciando intendere che i dazi doganali sui prodotti svizzeri potrebbero essere ridotti.

Si è trattato del terzo incontro di Parmelin con le autorità americane in pochi mesi, nel tentativo di abbassare la sovrattassa doganale del 39% che da agosto grava sui prodotti svizzeri, una delle più elevate imposte dal presidente americano Donald Trump.

Poco prima dell’annuncio dell’entrata in vigore dei dazi doganali del 39% in agosto, il consigliere federale vodese e la presidente della Confederazione Karin Keller-Sutter si erano recati a Washington. Tuttavia, un incontro con il segretario di Stato americano Marco Rubio non aveva portato a risultati concreti.

Vicini a un accordo, secondo Bloomberg

A settembre Guy Parmelin si era recato nuovamente negli Stati Uniti all’ultimo minuto e aveva condotto discussioni a livello ministeriale. Il 7 novembre è poi stato annunciato che il consigliere federale aveva nuovamente incontrato Greer in una discussione giudicata “costruttiva”.

Lunedì sera, l’agenzia finanziaria Bloomberg ha affermato, citando fonti anonime, che la Svizzera era vicina a un accordo che avrebbe riportato i dazi doganali al 15%, ovvero allo stesso livello di quelli applicati ai principali concorrenti delle imprese svizzere, ovvero l’Unione europea, il Giappone o la Corea del Sud.

Sempre lunedì, parlando della Svizzera durante una conferenza stampa alla Casa Bianca, Donald Trump ha dichiarato: “stiamo lavorando a un accordo per abbassare leggermente i loro dazi doganali”. Tuttavia, non ha voluto fornire cifre precise, limitandosi ad aggiungere: “stiamo lavorando a qualcosa per aiutare la Svizzera”.

Secondo quanto riferito da UBS all’agenzia AWP, saranno soprattutto l’industria orologiera e medica, nonché quella dei macchinari, delle apparecchiature elettriche e dei metalli a beneficiare della riduzione dei dazi doganali. L’allineamento dei dazi doganali con l’UE dovrebbe inoltre ridurre la pressione esercitata sugli esportatori svizzeri ed evitare che delocalizzino la loro produzione nell’UE o negli Stati Uniti, ha sottolineato dal canto suo la Banca cantonale di Lucerna.

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