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È fallita la revisione dell’assicurazione malattia

Non c'è unità sulle ricette di contenimento e distribuzione dei costi della salute Keystone

Per tre anni si è discusso della revisione della legge sull’assicurazione malattia. Ma la legge è affogata nei contrasti: non c’è concordia sulla medicina adatta al paziente sanità.

La maggioranza del Consiglio nazionale ha rifiutato il compromesso: sinistra e democristiani hanno affondato il progetto della discordia.

Da mesi ormai si sapeva che la revisione non avrebbe avuto vita facile. I medici erano contro gli assicuratori, le organizzazioni dei pazienti contro le proposte degli altri attori e così via. Tutti si dicevano disposti a risparmiare, ma soprattutto sulle spalle degli altri.

Non è dunque un caso che il progetto gia controverso in fase di consultazione, sia uscito male dal ping-pong fra le due camere del Parlamento. Alla fine è intervenuta la commissione di conciliazione fra le due ali dell’Assemblea federale.

Eppure mercoledì, con 71 voti contro 61 e 35 astensioni, il compromesso finale è stato bocciato dal Consiglio nazionale. Dopo tre anni di delibere, il progetto è dunque definitivamente affossato. «Abbiamo fallito», conclude il senatore democratico cristiano Bruno Frick, presidente della commissione di conciliazione, parlando a swissinfo: «Il fatto dimostra che delle soluzioni complesse in ambito di sanità sono davvero difficili da trovare».

La vittoria del blocco rosso-verde

Contro il compromesso finale si sono posti soprattutto i socialisti (PS) e i verdi. Secondo loro, la revisione non avrebbe aiutato a contenere i costi, ma avrebbe semplicemente creato il caos nelle cure.

La deputata dei verdi Franziska Teuscher spiega a swissinfo il suo no categorico: «Per noi la revisione della legge è di prioritaria importanza, ma l’indirizzo scelto non era praticabile».

«Il compromesso non offriva delle soluzioni per le famiglie ed è lì che dobbiamo arrivare. A questo punto dobbiamo ricominciare», continua la deputata. Il principio dei premi pro capite pesa infatti in maniera considerevole sulle famiglie appena al di sopra della soglia di reddito con diritto agli sgravi.

L’appello del ministro, lastensione del PPD

In aula, il ministro della sanità Pascal Coucepin si è battuto fino all’ultimo per difendere il progetto: «Il traguardo sociale è raggiunto. Per le famiglie sarà meglio di adesso. Certo è un compromesso: non perfetto, ma meglio dello statu quo».

Nessuno poteva dirsi veramente soddisfatto di questo compromesso, ma la destra – i radicali e l’Unione democratica di centro – aveva deciso di sostenere il progetto. «È solo un piccolo passo nella giusta direzione», ha spiegato per esempio il deputato UDC Roland Borer.

A nulla è servito il monito del ministro, che prediceva la necessità di future soluzioni d’emergenza: i democristiani si sono astenuti, portando la bilancia verso il no della sinistra.

È stata un’ulteriore prova in questa nuova legislatura che vede gli estremi rafforzati. Ma il PDC, partito di centro uscito fra i perdenti delle elezioni, ha già ribadito per bocca di Bruno frick: «L’UDC e i radicali devono prendere atto che senza di noi non sono più possibili delle maggioranze».

La palla torna al governo

Dopo la disfatta parlamentare, il procedere non è ancora chiaro. Il Consiglio federale deve ora elaborare un nuovo progetto da presentare alle camere. In linea di principio vogliono tutti più trasparenza e maggiore concorrenza e – soprattutto – risparmiare.

Ma i medici continueranno a rifiutare un allentamento dell’obbligo di contratto che impone alle casse malati ogni medico praticante. E anche sul finanziamento degli ospedali e sulla formazione dei premi la lotta, i battibecchi continueranno.

swissinfo, Christian Raaflaub
(traduzione, Daniele Papacella)

La legge sull’assicurazione malattia è in vigore dal 1996. Solo allora l’assicurazione base è diventata obbligatoria, introducendo il principio della solidarietà tra gli assicurati.

Il principio è quello di garantire a tutti in caso di malattia l’accesso a cure di base qualitativamente complete e finanziariamente sostenibili. Il sistema è finanziato con premi pro capite che variano da cantone a cantone e da cassa a cassa. Persone con reddito modesto hanno diritto a degli sgravi.

La legge prevedeva inoltre tutta una serie di strumenti per contenere i costi medico-sanitari. Malgrado ci siano stati alcuni effetti positivi, nel 1999 il Parlamento ha riconosciuto la necessità di misure più forti per bloccare l’aumento costante e considerevole dei premi.

La revisione fallita intendeva introdurre in primo luogo una regolamentazione del finanziamento agli ospedali.

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