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«Alleanza delle civiltà», la Svizzera presente a Madrid

Il premier spagnolo Jose Zapatero ha inagurato martedì a Madrid il forum dell'alleanza delle civiltà Keystone

Un passo per instaurare il dialogo fra il mondo occidentale e quello islamico è stato compiuto martedì a Madrid, con l'apertura del primo forum dell'Alleanza delle civiltà.

Ai due giorni di lavori partecipano una trentina di Paesi. La ministra degli affari esteri Micheline Calmy-Rey ha sottolineato gli sforzi della Svizzera per la convivenza pacifica fra le diverse comunità culturali e religiose.

“L’Alleanza si pone come nuovo strumento in favore dell’intesa, dell’incontro, della comprensione fra le civiltà, fra le culture, fra le differenti maniere in cui la storia è stata vissuta e le diverse visioni del mondo contemporaneo”, ha detto il primo ministro spagnolo José Luis Rodríguez Zapatero aprendo i lavori, che oltre a ministri e capi di Stato e di governo, riuniscono anche circa 350 esponenti politici, religiosi, economici, culturali, e della società civile.

Patrocinato dall’Onu, il forum si presenta come una piattaforma globale che consenta ai responsabili di tutti questi settori di scambiarsi opinioni e parlarsi con franchezza.

Parlarsi per capirsi

“L’Alleanza vuole dimostrare che ci sono percorsi di collaborazione fra mondo islamico e mondo occidentale che smentiscono l’idea di uno scontro inevitabile fra civiltà e culture”, ha proseguito Zapatero.La sfida di ribaltare la teoria di un nuovo ordine mondiale basato sullo scontro fra civiltà, opponendole la via del dialogo per contrastare l’intolleranza, il radicalismo e il fondamentalismo, era stata lanciata proprio dal premier iberico nel settembre 2004, dopo i sanguinosi attentati islamici di Madrid dell’11 marzo dello stesso anno.

L’idea aveva immediatamente raccolto l’appoggio del primo ministro turco Recep Tayyip Erdogan, il quale martedì a Madrid ha dichiarato che “l’entrata della Turchia nell’Unione europea sarà un chiaro indicatore del fatto che un’alleanza fra le civiltà è possibile”.

Si tratta di un’adesione attesa da milioni di persone, ha ricordato il premier turco. Il presidente francese Nicolas Sarkozy e la cancelliera federale tedesca Angela Merkel si sono dal canto loro dichiarati contrari.

Le difficoltà esistono ma bisogna superarle

“È facile parlare di fiducia reciproca, tolleranza, amicizia interculturale. È invece molto più difficile tradurre queste parole in azioni”, ha ammesso dal canto suo il segretario generale delle Nazioni Unite Ban Ki-moon.

Evocando “la terribile intolleranza di cui soffre il mondo, vittima di attacchi, assassinii e atrocità massicce commesse in nome della religione”, il segretario Onu ha però d’altra parte rilevato l’urgente necessità di instaurare questo dialogo.

Integrazione e cooperazione

Nel quadro del suo discorso, pronunciato martedì, la ministra svizzera degli esteri Micheline Calmy-Rey ha sottolineato gli sforzi effettuati dal governo elvetico nel settore dell’integrazione, segnatamente per quanto concerne le lingue, il mercato del lavoro, la formazione e lo sviluppo urbano.

In particolare, ha ricordato la consigliera federale, «la nuova legge federale sugli stranieri – in vigore dal 1° gennaio 2008 – stabilisce che l’integrazione deve essere un compito trasversale per tutti i settori d’attività dello Stato».

Diritto di voto

Micheline Calmy-Rey ha ribadito a tal proposito l’importanza fondamentale di una cooperazione costante tra autorità federali, cantonali, comunali, associazioni di stranieri, partner sociali e organizzazioni non governative.

Sottolineando che il 21% della popolazione residente è straniera, la consigliera federale ha aggiunto: «Siamo confrontati a una nuova sfida, ossia l’integrazione di chi proviene da lontano».

A questo proposito, la ministra poi ricordato che molti cantoni svizzeri hanno accordato il diritto di voto ai cittadini stranieri residenti sul proprio territorio.

Modello svizzero

Per quanto concerne la convivenza pacifica tra le varie confessioni, Calmy-Rey ha menzionato la creazione, nel 2006, del Consiglio svizzero delle religioni: si tratta di una piattaforma volta a promuovere la pace religiosa, il dialogo e la comprensione reciproca.

Più in generale, ha riassunto la ministra degli esteri, la Confederazione stessa costituisce un vero e proprio modello di coesistenza tra culture e religioni diverse.

«La consultazione democratica, la protezione reale delle minoranze, il federalismo e la ricerca del compromesso sono stati gli strumenti indispensabili alla costruzione della Svizzera». Secondo la consigliera federale, in Svizzera le differenze culturali e religiose sono percepite come una ricchezza.

swissinfo e agenzie

Il primo forum dell’Alleanza delle civiltà – un’iniziativa congiunta di Spagna, Turchia e Nazioni Unite – riunisce fino a mercoledì numerosi capi di Stato e ministri di una trentina di paesi, nonché 350 esponenti politici, religiosi, della cultura e dell’economia.

L’idea di un’Alleanza delle civilità è stata lanciata nel settembre 2004 dal primo ministro spagnolo José Zapatero, in seguito agli attentati di matrice islamica dell’11 marzo a Madrid, in cui avevano perso la vita 191 persone. L’iniziativa ha poi ricevuto il sostegno dell’Onu, ed è stata ufficialmente varata, nel 2005, dall’allora segretario generale Kofi Annan. Ne fanno attualmente parte una settantina di paesi.

La Svizzera è membra dell’Alleanza sin dagli inizi, e vi contribuisce con un importo di 300’000 franchi. La Spagna è il principale sostenitore dell’iniziativa, con 2 milioni di dollari sui 6,9 totali destinati al progetto.

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