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“Creiamo insieme il nuovo Parco Nazionale”

Una bellissima veduta delle Alte Centovalli, nel Locarnese, con sullo sfondo la cima del Gridone, 2188 metri sul livello del mare. Remo Kundert/PRO NATURA

I responsabili di Pro Natura e dei cinque progetti candidati hanno tracciato a Berna un bilancio intermedio positivo.

Avanza in modo promettente la campagna lanciata due anni fa dall’organizzazione ambientalista Pro Natura per la creazione di un nuovo Parco nazionale. Nel corso di una conferenza stampa i rappresentanti dell’ex Lega svizzera per la protezione della natura e i responsabili dei progetti delle cinque regioni interessate si sono detti fiduciosi per il futuro, soprattutto dopo aver vinto l’iniziale diffidenza delle popolazioni locali.

Tre obiettivi, cinque candidati

Tre erano gli obiettivi che Pro Natura si era prefissata: creare almeno un altro Parco nazionale in questo decennio e vari parchi naturali regionali e elaborare una base legale che crei le condizioni per la realizzazione di questi progetti. In tutti e tre i casi sono stati fatti progressi, ha spiegato non senza orgoglio Otto Sieber, segretario centrale di Pro Natura.

Uno dei candidati, la località di Bagnes, in Vallese, si è ritirata ritenendo un parco regionale più adatto alla zona. Le altre cinque regioni interessate ad ospitare un parco nazionale sono la zona di Zermatt, la regione del Locarnese, quella dell’Adula che interessa sia il canton Ticino che il canton Grigioni, il canton Uri e 15 comuni vallesani e vodesi della regione dei Muverans.

Sul terreno dei cinque candidati i lavori proseguono dunque bene anche se non tutti sono allo stesso livello: A Zermatt il Comune ha nominato un comitato incaricato di verificare la fattibilità di un Parco nazionale nella regione. Nel canton Uri è previsto uno studio di fattibilità in due tappe. La prima tappa dovrà stabilire se vi ê la possibilità di creare un Parco nazionale e con quali conseguenze sulle attività economiche. In una seconda tappa si esamineranno più in dettaglio le varie problematiche.

Nella regione dei Muvernas i quindici comuni interessati devono decidere quale sarà il comprensorio del futuro Parco, quale lo statuto di protezione e quali i vincoli che verranno accettati. Sono invece già più avanti i responsabili dei progetti ticinesi. Nella regione dell’Adula “si entra ora nella fase concreta del progetto, con tutti gli attori coinvolti”, spiega a swissinfo Stefano Wagner, coordinatore del progetto elaborato in collaborazione con il canton Grigioni. Decisamente più avanzato è invece il progetto locarnese. La prima consultazione è finita e ora una bozza di pre-studio verrà distribuita ai comuni. “Poi ci aspettiamo risposte positive per poter continuare i lavori”, dice Vasco Gamboni del progetto locarnese.

Coinvolgere la popolazione

Sembra dunque che….il ghiaccio sia stato definitivamente rotto, dopo un inizio non certo facile. Due anni fa infatti l’opposizione alla creazione di un Parco nazionale era forte un po’ dappertutto. “La stampa era piena di articoli infuocati contro i nostri progetti”, racconta Georges Eich, direttore della Divisione Natura e protezione del paesaggio del canton Uri.

Uno scoglio, quello dello scetticismo della popolazione, che hanno dovuto superare tutti. “L’idea di un Parco Nazionale veniva automaticamente abbinata a divieti, chiusura di spazi”, dice Vasco Gamboni. “E’ difficile”, spiega Stefano Wagner, “entrare dalla logica di un progetto, con fautori e avversari, in un processo di sviluppo regionale”.

Tutti i responsabili presenti a Berna hanno ribadito più volte l’importanza di integrare la popolazione nel processo decisionale che porterà alla creazione di nuovi parchi, di ascoltare le obiezioni, accettare critiche, accogliere nuove proposte. “Abbiamo cercato dall’inizio di evitare la formazione di fronti, quello contrario e quello favorevole. Siamo in un processo dove la cosa più importante non è essere a favore o essere contro”, sottolinea Stefano Wagner.

Stabilire criteri vincolanti

Per questo motivo, nell’immediato futuro, tutte le cinque regioni intensificheranno e approfondiranno il dialogo con le cerchie interessate, come glia ambienti della caccia o del turismo. “L’arco alpino è una ricchezza che abbiamo”, ha spiegato Otto Sieber, “vogliamo che gli abitanti di queste regioni se ne rendano conto”. Alfons Jörger, sindaco di Vals/GR, nella regione dell’Adula, promotore di una protezione equilibrata della natura, ha sottolineato che un futuro Parco nazionale non dovrà solo salvaguardare il patrimonio ambientale ma dovrà pure favorire la regione dando ad esempio lavoro ai giovani.

Il governo, dal canto suo, dopo essere stato sensibilizzato da Pro Natura, sta preparando le basi legali che permetteranno la creazione di nuovi Parchi nazionali e Parchi naturali regionali che finanzierà in ragione dell’80%. Dovrà poi stabilire i criteri di questi futuri parchi e definire il modello di parco adatto alla Svizzera. La scelta si farà fra il modello francese, più öeggero e quello più rigido dell’Alto Adige.

Elena Altenburger

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