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“Desidero fare rivivere il centro di Renens”

A giugno, la Coppa del Mondo ha dato a Renens un'occasione d'oro per mostrare la sua multiculturalità. Municipalité de Renens

Ai vertici dell'esecutivo di Renens (canton Vaud) dal mese di maggio del 2006, la comunista Marianne Huguenin guida una città caratterizzata dalla componente multiculturale dei suoi abitanti.

Mentre progetti come il metrò M2 a Losanna ridanno slancio all’agglomerato, la sindaca desidera un volto urbanistico più sorridente per Renens. Intervista.

swissinfo: Cosa c’è a Renens che rende il risveglio sereno?

Marianne Huguenin: Per gli uni e per gli altri, è la diversità. Come cittadina, amo le diverse sfaccettature degli ambienti sociali, delle età, delle professioni e della mia città. Benché situata in periferia, a Renens c’è anche un cuore antico, delle case operaie e due castelli.

Questa diversità la riscontro anche nel mio lavoro: in un solo giorno posso passare dalla gestione dell’elettricità – con tutte le sfide legate alla probabile liberalizzazione, con cui sarà purtroppo necessario fare i conti – a problemi di integrazione o di urbanismo. Tutto ciò mi appassiona.

swissinfo: Qual è attualmente il problema più grande?

M.H.: La trasformazione del centro di Renens e, più precisamente, La Place du Marché. L’idea è di farne un centro degno della quarta città del cantone. Le piccole case operaie della Rue Neuve saranno conservate, mentre quelle che si affacciano sulla piazza, e che sono in cattive condizioni, verranno demolite.

E questa opzione, lo so, accende gli animi. Il progetto prevede di insediare un edificio con un negozio Coop, degli stabili amministrativi e degli appartamenti. Ci piacerebbe anche conferire a questo nuovo centro una dimensione pubblica grazie alla creazione di una casa delle culture.

Nella parte ovest del territorio si sono lasciati prosperare i grandi centri commerciali, destinati soprattutto alle auto e ai garage. Conseguenza: il centro città fatica a vivere. Dobbiamo pertanto migliorare le vie di transito, dare maggiore importanza alla mobilità dolce, tanto intorno alla stazione ferroviaria quanto al centro, dove un’autostrada semi-urbana taglia la città in due.

swissinfo: Ha un desiderio per Renens? E, al contrario, qualche incubo per l’avvenire?

M.H.: La sfida principale è senza dubbio quella di portare a compimento il nuovo assetto urbano. Sarebbe davvero spiacevole confrontarsi con ostacoli che ne blocchino lo sviluppo a causa di resistenze politiche o di opposizioni da parte della popolazione.

La disoccupazione e il processo di industrializzazione continuano a preoccuparmi, anche se in misura minore rispetto a prima. Tuttavia dispiace che una serie di aziende presenti sul territorio nel settore secondario, abbiano chiuso i battenti e non siano state rimpiazzate.

Il tasso di disoccupazione e la formazione – soprattutto rivolta giovani affinché possano inserirsi nel mercato del lavoro – sono certamente dei problemi che preoccupano un politico locale, anche se si tratta di tematiche che concernono non solo una regione e una nazione, ma tutto il mondo occidentale.

swissinfo: A Renens il tasso di disoccupazione è tra i più elevati del canton Vaud. Come si traduce a livello di gestione della socialità?

M.H.: Grazie alla perequazione, per il quale il POP (Partito del lavoro) si è battuto, a livello cantonale la ripartizione degli oneri è meglio distribuita rispetto a quando sono arrivata nel comune. Riusciamo a stare a galla da circa un anno e mezzo. Ma, ad ogni modo, Renens è abituata a stringere la cintura.

swissinfo: In vista delle elezioni federali di questo autunno, le città e gli agglomerati possono diventare un tema elettorale?

M.H.: Intanto è già un tema a livello di elezioni cantonali e comunali. A livello comunale, inoltre, la ricerca di collaborazione è sempre più sollecitata. Sul piano federale, misure come il Fondo infrastrutturale per il traffico sono molto positive e costituiscono uno stimolo. Quando sono solo le città e i villaggi a decidere di aggregarsi senza incentivi finanziari, il rischio è che ciascuno coltivi il proprio orto.

Il metrò M2, la stazione di Malley, i prossimi mezzi di trasporto pubblico della regione di Losanna, mostrano che occorre una struttura di agglomerato.

swissinfo: La Svizzera è un paese sempre più urbano, ma nelle decisioni politiche le campagne pesano ancora. Come sindaco di una realtà urbana, ha qualche suggerimento per far cambiare le cose?

M.H.: Questa disparità è molto marcata al Consiglio degli Stati (Camera dei cantoni). Appenzello esterno, per esempio, conta qualche abitante in più di Renens, ma ha diritto ad un senatore. L’idea di una Svizzera delle regioni dove i seggi del Consiglio degli Stati siano attribuiti in funzione della popolazione, è secondo me molto interessante.

Nel canton Vaud è un percorso che si sta compiendo passo dopo passo: passeremo da 19 a 10 distretti, e così il peso delle campagne sarà minore. Un circondario elettorale unico, come esiste in Ticino, potrebbe anche contribuire a cambiare le cose. Ma i tempi non sono ancora maturi.

Intervista swissinfo, Carole Wälti
(traduzione e adattamento dal francese Françoise Gehring)

La popolazione di Renens conta 19’228 abitanti.
Il 55% della popolazione è di origine straniera.
116 il numero di nazionalità presenti, una ventina le lingue parlate.
Tasso di disoccupazione: 6,23% (ottobre 2006)
Budget 2007: oneri e ricavi ammontano a più di 70 milioni di franchi all’anno. Margine di autofinanziamento positivo di 3,6 milioni, deficit di 1,5 milioni.
La città è stata fondata nell’896.

Marianne Huguenin è nata nel 1950. E’ cresciuta a Le Locle, nel canton Neuchâtel. Ha frequentato il ginnasio a La Chaux-de-Fonds e poi ha studiato medicina a Losanna.

All’età di vent’anni ha aderito al POP (Partito del lavoro). Tra il 1988 e il 1995 ha assunto la presidenza del partito a livello cantonale.

Marianne Huguenin è politicamente attiva a Renens dagli anni Ottanta. Ha fatto parte del Consiglio comunale e, dal mese di giugno del 1996, siede in Municipio. Tra il 1990 e il 1999 è stata anche deputata in Gran consiglio.

E’ stata eletta in Consiglio nazionale nel 2003 nelle fila del Partito svizzero del lavoro.

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