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“Il passaporto biometrico minaccia le libertà individuali”

Keystone

No ad un nuovo tentativo di schedare i cittadini e sì alle libertà individuali: con queste argomentazioni, un comitato interpartitico di sinistra si oppone al nuovo passaporto biometrico, sul quale il popolo svizzero è chiamato a pronunciarsi il prossimo 17 maggio.

“Il progetto sottoposto a votazione federale non è sostenibile. Si tratta di un tentativo di strangolare la protezione dei dati personali e la libertà di viaggio. Un tentativo di estendere la sorveglianza dei cittadini da parte dello Stato in una dimensione internazionale”, ha dichiarato giovedì il deputato dei Verdi Daniel Vischer nel corso di una conferenza stampa indetta dal comitato interpartitico, che riunisce rappresentanti del Partito socialista, del Partito ecologista e del Partito cristiano sociale.

Il comitato si oppone all’introduzione del nuovo passaporto biometrico, approvato dal governo e dalla maggioranza del parlamento, che dovrebbe diventare obbligatorio per i cittadini svizzeri a partire dal 2010. L’ultima parola spetta però al popolo il prossimo 17 maggio, dal momento che il progetto è combattuto da referendum sostenuto sia dalla sinistra che dalla destra.

Critiche alla banca dati

A detta delle autorità, il nuovo documento di viaggio è molto più sicuro contro qualsiasi tentativo di falsificazione: ogni anno 13’000 passaporti svizzeri vengono smarriti o rubati. Il passaporto biometrico contiene un microchip, in cui sono registrati elettronicamente i dati personali, tra cui un’immagine del viso e due impronte digitali.

Il nuovo documento permetterà inoltre alla Svizzera di adempiere le norme dallo spazio di Schengen, a cui Berna ha appena aderito nel dicembre scorso. La regolamentazione europea impone infatti alla Confederazione di adottare a sua volta il passaporto biometrico entro il 1° marzo 2010.

Al centro delle critiche degli oppositori figura la decisione del governo e del parlamento di archiviare tutte le informazioni contenute nel microchip in una banca dati centralizzata (Sistema d’informazione sui documenti d’identità, ISA). La stessa UE ha preferito rinunciare a questa opzione, bocciata dal Parlamento europeo per proteggere la sfera individuale dei cittadini.

Schedatura sistematica dei cittadini

“Questa banca dati permetterà ben presto alle autorità di schedare 6,7 milioni di svizzeri. Schengen non può in nessun caso servire da pretesto per rafforzare la sorveglianza dei cittadini da parte dello Stato. La regolamentazione europea non prevede infatti la registrazione delle informazioni contenute nei passaporti in una banca dati centralizzata”, ha sottolineato la deputata socialista Margret Kiener Nellen.

“Il progetto adottato dal parlamento va ben oltre quanto richiesto dai paesi europei. Possiamo quindi respingere il nuovo passaporto biometrico senza rimettere in causa la nostra politica europea”, gli ha fatto eco il collega di partito Carlo Sommaruga.

Contrariamente a quanto sostenuto dal governo, ha affermato il deputato socialista, la Svizzera non sarà automaticamente esclusa dallo spazio di Schengen, in caso di rifiuto popolare del nuovo passaporto biometrico. “In un caso simile, l’accordo di Schengen prevede la convocazione di un comitato misto, incaricato di esaminare altre soluzioni. Nel frattempo, il Consiglio federale potrà elaborare un nuovo progetto di legge, senza una banca dati centralizzata”.

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Referendum

Questo contenuto è stato pubblicato al Il referendum (facoltativo) permette ai cittadini di chiedere che sia il popolo a pronunciarsi su una legge accettata dal Parlamento. Se i promotori del referendum riescono a raccogliere 50’000 firme in 100 giorni viene organizzata una votazione. Nel caso in cui il Parlamento modifica la Costituzione è previsto invece un referendum obbligatorio. Il referendum facoltativo…

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Interrogativi sull’impiego dei dati

“Negli anni ’80 abbiamo avuto lo scandalo delle schedature in Svizzera. A quei tempi, nessuno avrebbe pensato che, oltre 20 anni dopo, saremmo stati confrontati ad un progetto delle autorità volto a schedare tutti gli svizzeri in una banca dati centralizzata”, ha dichiarato Daniel Vischer.

“Il Consiglio federale afferma che questa banca dati non verrà impiegata per inchieste di polizia. Ma gli stessi consiglieri federali non sono sempre al corrente di come vengono utilizzati questi dati. All’epoca dello scandalo delle schedature, i membri del governo avevano preteso di non saperne nulla, per non dover assumere le loro responsabilità”, ha aggiunto il deputato ecologista.

Sicurezza “rudimentale”

Con l’ausilio di due specialisti, il comitato interpartitico ha cercato di smontare anche le garanzie di sicurezza del nuovo passaporto, fornite dal Consiglio federale. “Il nuovo passaporto biometrico presenta una serie debolezze e vulnerabilità che possono compromettere seriamente la sfera privata dei cittadini”, ha sostenuto Michel Paschalidès, esperto di sicurezza informatica.

A suo avviso, la tecnologia RFID (Radio Frequency Identification), impiegata per leggere i dati biometrici, permetterebbe di seguire ogni spostamento del detentore di un passaporto, alla stessa stregua dei telefoni portatili. La chiave crittografica e gli altri meccanismi di protezione dei dati scelti dalle autorità sarebbero inoltre “rudimentali” e “insufficienti”.

“Utilizzando dei programmi disponibili su internet, perfino una persona poco esperta può decodificare in pochi secondi i contenuti dei microchip e accedere ai dati personali. È un po’ come dotarsi di una porta blindata, per poi distribuire ovunque le chiavi di accesso”, ha affermato Michel Paschalidès.

swissinfo, Armando Mombelli

Il prossimo 17 maggio il popolo svizzero è chiamato ad esprimersi su due temi di portata nazionale:

Una modifica delle legge su sui documenti d’identità e della legge sugli stranieri che propone di introdurre dati biometrici registrati elettronicamente nel passaporto svizzero e nei documenti di viaggio degli stranieri.

L’articolo costituzionale “Un futuro con la medicina complementare”, un controprogetto approvato dal parlamento all’iniziativa popolare “Sì alla medicina complementare”, ritirata dai suoi promotori.

Il nuovo documento di identità, che dovrebbe venir introdotto dal 2010, contiene un microchip, sul quale vengono registrati elettronicamente i dati personali, tra cui un’immagine del viso e due impronte digitali.

Un apposito apparecchio permette di leggere questi dati e di confrontarli con il viso e le impronte digitali della persona che esibisce il passaporto.

La modifica di legge approvata dal parlamento prevede anche l’archiviazione di tutti i dati del passaporto nel Sistema d’informazione sui documenti d’identità (ISA), creato nel 2003.

Il governo e la maggioranza del parlamento propongono al popolo di accettare il decreto federale del 13 giugno 2008 che regola l’introduzione del nuovo passaporto, considerato più sicuro contro eventuali abusi in caso di furto o smarrimento.

L’adozione del passaporto biometrico è inoltre necessaria per permettere alla Svizzera di proseguire la cooperazione con l’UE nell’ambito dello spazio di Schengen, a cui la Confederazione ha aderito nel dicembre scorso.

Gli Stati associati all’accordo di Schengen sono infatti tenuti a rilasciare soltanto passaporti biometrici. La Svizzera deve adeguarsi a questa norma entro il 1° marzo 2010.

Il passaporto biometrico permetterà infine ai cittadini svizzeri di recarsi negli Stati uniti senza dover richiedere un visto e agevolerà i viaggi anche in tutti gli altri paesi che hanno già adottato il nuovo documento. Entro la fine dell’anno, il loro numero dovrebbe passare da 50 ad almeno 90.

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