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«La congiuntivite non va presa alla leggera»

Il decorso dell'allergia respiratoria, che può cominciare con una «banale» congiuntivite, tende a scendere dagli occhi e dal naso fino ai polmoni, con il cosiddetto cambiamento di livello.

«Specialmente nei bambini», spiega il professor Brunello Wüthrich, allergolo di fama internazionale, «l’allergia si manifesta spesso con una congiuntivite, che estendendosi al naso diventa successivamente rinocongiuntivite». In una fase successiva, rimane la sola rinite e infine compare l’asma.

«La congiuntivite, nei bambini, può essere un primo sintomo premonitore di un disturbo allergico che durerà per anni ed anni», afferma l’allergologo, «per cui è prudente non prenderla troppo alla leggera».

Lo specialista consiglia quindi un’appropriata ricerca allergologica. Se necessario, si procede poi all’immunoterapia, cioè un trattamento di desinsibilizzazione, con il quale si può cambiare l’evoluzione della malattia.

Questo trattamento è valido soprattutto nei casi di allergia al veleno di api e vespe, per i quali si riscontra oltre il 90 percento di successi.

Unico rimedio duraturo: l’immunoterapia

Ma l’immunoterapia è molto valida anche per la pollinosi. «L’importante è perseverare», sostiene il professor Wüthrich, «perché contrariamente ad altre terapie che hanno magari un effetto più rapido ma poi scadono, soltanto con l’immunoterapia si ottengono risultati duraturi.»

E la stessa costanza è richiesta anche per l’uso degli antistaminici, «che non vanno presi durante la fase acuta», sottolinea l’allergologo, «ma già prima. Poi bisogna continuare con applicazioni regolari per tutto il periodo della pollinazione, altrimenti non servono a granché. E in certi casi, si deve pure fare ricorso al cortisone, se si vuole salvaguardare la qualità di vita».

Per lo specialista, il cortisone è spesso ingiustamente demonizzato, anche perché su certi temi l’informazione trasmessa al pubblico dai mass media lascia parecchio a desiderare.

«Oggi il paziente crede di sapere tutto, ma in realtà sa ben poco», critica il professor Wüthrich, «e farebbe meglio a seguire le spiegazioni degli specialisti».

swissinfo, Fabio Mariani

Le principali metodologie per la diagnosi dell’allergia sono l’anamnesi del paziente e i test cutanei (prick test).

Se l’esame cutaneo non è possibile, si procede alla ricerca degli anticorpi allergici nel sangue.

In casi particolari si può ricorrere ai test di provocazione con i presunti allergeni scatenanti, direttamente sulla mucosa del naso e dei bronchi.

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