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«Non esistono più le stagioni!» Vero o falso?

Dal grande freddo alla primavera in pochi giorni e il marzo 2005 si conferma pazzerello Keystone

L'inverno, che è stato lungo e freddo, volge al termine. E di colpo il termometro sfiora i 20 gradi. Capriccio della natura o prova di avvenuti cambiamenti climatici?

L’esperto di clima Martin Beniston conferma l’esistenza del riscaldamento del pianeta, ma fa notare anche che i casi estremi non sono estranei alla complessa macchina atmosferica.

Il due marzo a La Brévine, nel canton Neuchâtel, la colonnina di mercurio è scesa a 33,7 gradi sotto lo zero. Era dal lontano 1971 che la Svizzera non aveva tanto freddo in marzo.

A distanza di dieci giorni, i meteorologi annunciano la fine dell’inverno e temperature fino a 20 gradi (sopra lo zero, ben inteso) per il finesettimana. Una volta di più, verrebbe da esclamare: «Non esistono più le stagioni!»

Dopo la torrida estate del 2003, si è parlato di uno slittamento verso un clima sempre più mediterraneo. Ecco allora che un inverno rigido e lungo come quello appena trascorso può sorprendere. Ce ne parla l’esperto di clima Martin Beniston, responsabile del dipartimento di geografia dell’Università di Friburgo.

swissinfo: Un inverno dalle temperature e dalla lunghezza eccezionali… Lo conferma?

Martin Beniston: Certo è stato un inverno come non se ne vedevano da una ventina d’anni. Mi ricordo degli inverni del 1985 e del 1987, quando a La Brévine la temperatura è scesa a meno 40 gradi.

Quest’anno abbiamo avuto temperature eccezionalmente basse per quanto riguarda l’inizio del mese di marzo. Ma dobbiamo ricordarci che tra il primo di dicembre e il 20 gennaio, le temperature erano molto miti.

Se facciamo la media, quest’inverno risulterà abbastanza normale, un po’ più freddo che negli scorsi anni, ma non eccezionale come sembra.

swissinfo: Dicembre e gennaio molto miti, poi il freddo intenso di inizio marzo… L’inverno si sta spostando?

M.B.: Non necessariamente. Anche se molte persone hanno quest’impressione, le statistiche relative all’innevamento, soprattutto in alta quota, non la confermano.

Quest’anno l’inverno è effettivamente iniziato più tardi e si è protratto fino all’inizio del mese di marzo, ma non credo si possa parlare di una tendenza generale ad uno slittamento dell’inverno verso la primavera.

swissinfo: Dopo la canicola del 2003, si prevedeva un’evoluzione verso un clima mediterraneo. Questo inverno gelido può dunque sorprendere…

M.B.: Il clima si riscalda su periodi lunghi. Quando si osservano le statistiche, la progressione non è sempre regolare. Da circa 150 anni, costatiamo con chiarezza un riscaldamento, ma questo non esclude alcune punte di freddo.

D’altro canto, alcuni modelli climatici prevedono un aumento di questi scarti nei prossimi decenni. Si potrà dunque passare da una canicola simile a quella registrata nel 2003 ad un rigido inverno, senza che questo metta in dubbio la tendenza al riscaldamento riscontrabile sul lungo termine.

Inoltre, quando parliamo di clima, è necessario osservare la meteorologia su scala più ampia. Ad esempio, mentre alle nostre latitudini è freddo, in Scandinavia vi sono giornate particolarmente miti.

swissinfo: Le situazioni estreme evocate sono il segno di un cambiamento climatico o si tratta di un’evoluzione naturale?

M.B.: Ritengo sia normale. Anche se il clima non si riscaldasse come accade ora e come continuerà a fare anche in futuro, vivremmo comunque degli estremi.

Non sarebbero forse così intensi come la canicola del 2003 o il freddo pungente di inizio marzo 2005, ma si tratterebbe in ogni caso di fluttuazioni sull’arco di diverse stagioni. Ciò fa parte di quel complesso meccanismo che è l’atmosfera.

swissinfo: L’influenza dell’uomo sul clima – controversa perché difficile da provare – può essere considerata reale?

M.B.: Vi sono sempre meno dubbi a questo proposito. Ovviamente, vi sono anche cambiamenti naturali, come le fluttuazioni dell’energia solare o delle correnti oceaniche. Il clima è un sistema complesso, su cui influiscono diversi fattori, tra cui l’uomo.

A partire dall’era industriale, e soprattutto negli ultimi cinquant’anni, l’influenza umana è un nuovo parametro di cui si deve tenere conto. Anzi, questo sembra essere diventato un fattore dominante. Buona parte del riscaldamento osservato nell’ultimo mezzo secolo pare causato essenzialmente dall’attività umana.

swissinfo: C’è chi prevede già una torrida estate. Qual è la sua opinione?

M.B.: Si potrebbe effettivamente immaginare una stagione molto calda, ma dubito che sarà così intesa come quella di due anni fa. Due fenomeni eccezionali a poca distanza l’uno dall’altro costituiscono una rarità.

Potremmo avere un’estate simile a quella del 2002, calda e umida con inondazioni in diversi regioni europee.

In ogni caso, è difficile formulare delle previsioni attendibili sull’arco di una stagione: il margine d’errore è troppo grande, specialmente alle nostre latitudini.

Intervista swissinfo, Alexandra Richard
(traduzione: Andrea Clementi e Doris Lucini)

Il mese di febbraio 2005 ha registrato temperature inferiori di 2-2,5 gradi rispetto alla media degli scorsi anni.
Il 2 marzo, MeteoSuisse ha registrato 33,7 gradi sotto lo zero a La Brévine: era da 34 anni che non faceva così freddo in marzo.
La temperatura più bassa mai registrata in Svizzera si è avuta nel gennaio del 1987: a La Brévine il termometro è sceso a meno 41,8 gradi.

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