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«Ognuno deve avere diritto all’acqua»

Per milioni di persone, come ad esempio in Pakistan, l'acqua potabile è un lusso. Keystone

L'acqua deve essere sottratta alla voracità delle multinazionali. È il credo del Forum alternativo mondiale dell'acqua (Fame), che si apre a Ginevra.

Durante questa seconda edizione, le ONG vogliono promuovere piani d’azione che permettano di opporsi alle privatizzazioni della distribuzione d’acqua.

«Dobbiamo impegnarci affinché l’acqua rimanga un bene pubblico, come l’aria che respiriamo, poiché né l’una né l’altra possono essere rimpiazzati da altre cose».

In uno dei documenti preparatori del Fame, Rosemarie Bär, specialista della Comunità di lavoro delle organizzazioni d’aiuto elvetiche, riassume bene la preoccupazione degli «altermondialisti dell’acqua».

Le Nazioni Unite, dopo l’anno internazionale nel 2003, hanno proclamato il periodo 2005-2015 Decennio internazionale dell’acqua. Il Forum mondiale dell’acqua, l’istanza «ufficiale», terrà la sua quarta riunione il prossimo anno in Messico.

«Questi forum non soddisfano l’obiettivo fondamentale, ossia che l’insieme dell’umanità abbia il più presto possibile accesso all’acqua», dichiara Alberto Velasco, deputato ginevrino e presidente del comitato d’organizzazione svizzero del Fame 2005.

No alla privatizzazione

Da sempre, le ONG hanno criticato lo spazio eccessivo che le multinazionali hanno in seno al Forum mondiale dell’acqua. Il vicepresidente del Forum, ad esempio, fa parte del gruppo francese Suez, numero uno mondiale della distribuzione d’acqua potabile.

Di privatizzazione il Fame non ne vuole sentire parlare. L’acqua deve rimanere un bene pubblico, distribuito dallo Stato o dalle collettività.

«Un servizio pubblico fatturerà al cittadino il prezzo di costo, spiega Alberto Velasco. Un privato deve invece avere un utile e se è quotato in borsa soddisfare i suoi azionisti».

Il problema della privatizzazione dell’acqua non concerne solo i paesi del sud.

«In Svizzera il Governo non è favorevole alla liberalizzazione di questo settore –afferma Velasco– ma per quanto tempo resisterà? I nostri vicini francesi ce lo hanno già chiesto».

Per il Fame, gli Stati potranno resistere alla privatizzazione solo con una volontà popolare chiara. Lo dimostra quanto successo in Uruguay e in Bolivia, dove grazie rispettivamente al verdetto delle urne e alla pressione popolare la liberalizzazione del settore dell’acqua è stata bloccata.

Una Convenzione internazionale

Il Fame chiede una Convenzione internazionale sull’acqua, un’idea già espressa al recente Forum sociale mondiale di Porto Alegre.

Al posto di bussare direttamente ai vertici degli Stati o delle Nazioni Unite, si vuole però partire dalle ONG e dalle collettività locali. «È un lavoro che parte dal basso, complementare a quello che si fa partendo dall’alto», spiega Alberto Velasco.

Una lotta, quella dell’acqua, che concerne tutto il movimento altermondialista. Tramite questa problematica sono affrontate questioni come «lo sviluppo economico e la giustizia sociale», scrive Rosemarie Bär.

A Ginevra, i circa 1’000 delegati attesi al Fame rifletteranno sui mezzi d’azione adeguati per trasmettere le loro idee.

La sfida è importante. Del resto, anche in seno alle istanze dell’ONU (il PNUE, il programma delle Nazioni Unite per l’ambiente) si considera che «la crisi dell’acqua potabile ha lo stesso potenziale di minacce che i cambiamenti climatici».

swissinfo, Marc-André Miserez

Gli obiettivi del Fame:
Definire l’acqua come un bene comune dell’umanità
Far sì che il diritto all’acqua sia riconosciuto come un diritto dell’uomo
Gestione democratica delle risorse idriche e finanziamento attraverso fondi pubblici

La prima edizione del Fame si è svolta a Firenze nel marzo del 2003, contemporaneamente al terzo Forum mondiale dell’acqua, riunito a Kyoto.

Il Fame vuole essere l’anti-Forum mondiale dell’acqua. Secondo i suoi organizzatori, il vertice ufficiale, organizzato dall’ONU, dalla Banca mondiale, dall’FMI e dalle multinazionali del settore si concentra troppo sulle privatizzazioni o il partenariato tra pubblico e privato.

La seconda edizione del Fame, che si terrà a Ginevra dal 17 al 20 marzo, riunirà più di 1’000 partecipanti rappresentanti 150 ONG, tra cui 50 svizzere.

A margine del Fame si terrà pure un incontro dei parlamentari uniti per l’acqua, al quale parteciperanno politici di una quindicina di paesi.

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