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«Sì, ma» alla ricerca sulle cellule staminali

Per la ricerca sulle cellule staminali ci vorrà il vaglio di più istanze Keystone

Si delinea un'apertura controllata verso una ricerca che tocca il rapporto dell'uomo con la sua natura.

Il Consiglio degli Stati ha discusso la legge sulla ricerca sugli embrioni. Il testo è più severo della proposta del governo.

«Credo sia un dibattito necessario», ha esordito il Presidente della Confederazione e ministro della ricerca, Pascal Couchepin. La politica rincorre la scienza con un certo ritardo, ma è chiamata a regolamentare il campo tanto sensibile, definendo i margini d’azione.

Le questioni etiche si trovano di fronte agli interessi economici. Ma dalla ricerca sulle cellule non ancora specializzate ci si aspettano soprattutto importanti successi per la terapia di numerose malattie. Inoltre la scienza svizzera non deve – hanno ricordato gli ambienti economici e i loro rappresentanti a Palazzo federale – perdere le sue posizioni rispetto agli altri paesi.

Con la definizione del testo legislativo, il Consiglio degli Stati ha inviato una fumata bianca limitata alla scienza. Dunque sì alla ricerca sulle cellule staminali embrionali, ma a rigide condizioni.

No invece alla ricerca sugli embrioni. La base costituzionale attuale è stata giudicata non abbastanza solida. Questo tema sarà dunque ripreso dopo ulteriori chiarimenti nella legge relativa alla ricerca sull’essere umano. Il traguardo odierno è intermedio in un ambito in veloce movimento.

Compromesso accettabile

L’analisi dei singoli articoli è stata preceduta da un intenso dibattito. Tutti gli oratori hanno sottolineato la delicatezza dell’argomento, sollevando questo tipo di ricerca – che conduce alla distruzione di embrioni – interrogativi di carattere etico e morale che riguardano la dignità dell’essere umano.

In votazione finale, la legge sulla la ricerca su cellule staminali è stata accettata a larga maggioranza, con 23 voti a favore e qualche astensione. In definitiva il testo è più restrittivo di quello proposto dal Consiglio federale.

Riassumendo il dibattito, Pascal Couchepin ha ammesso che il testo proposto alla camera alta non è forse «la migliore legge in assoluto», ma rappresenta un compromesso accettabile. Il testo garantirebbe la libertà della ricerca e terrebbe conto delle diverse sensibilità esistenti sull’argomento.

Argini all’impeto scientifico

Secondo la legge approvata, la ricerca sulle cellule staminali sarà permessa solo con il benestare dell’Ufficio federale della sanità pubblica, della commissione nazionale d’etica e della coppia donatrice degli embrioni non più utilizzabili a fini riproduttivi.

Modificando la proposta del governo, i «senatori» hanno inoltre deciso di portare da 14 a sette il numero dei giorni entro i quali è possibile estrarre dagli embrioni le cellule staminali. La legge prevede poi un indennizzo per i costi dovuti al trasporto, alla conservazione e la produzione di questo materiale genetico, malgrado gli embrioni e le cellule staminali non potranno essere oggetto di commercio.

L’autorizzazione a produrre cellule staminali potrà inoltre essere concessa solo per progetti di ricerca concreti. Con 26 voti contro 9, gli Stati si sono opposti alla versione più permissiva del Consiglio federale che prevedeva autorizzazioni anche per future ricerche. Per scoraggiare gli abusi, la legge prevede tutta una serie di sanzioni che vanno dalla multa fino a 200 mila franchi alla condanna penale fino a 5 anni di reclusione.

swissinfo e agenzie

La Camera dei cantoni ha deciso inoltre di non prolungare, come chiedeva il Consiglio federale, il termine per la distruzione dei circa 1000 embrioni soprannumerari esistenti in Svizzera.

Gli embrioni provengono dalla fecondazione assistita e secondo la legge dovrebbero venir distrutti entro la fine dell’anno.

Molti ricercatori hanno messo in guardia sulla «qualità» dei vecchi embrioni, ritenuti poco adatti alla ricerca. Sarebbe inoltre assai difficile ottenere il benestare delle coppie coinvolte.

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