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“Sesso protetto” all’Expo. 02

Piacere e preservativo, un binomio inseparabile Keystone Archive

Expo.02 attira anche i turisti del sesso. "Xenia" ricorda che l'AIDS è sempre in agguato. A Bienne invita a rapporti sessuali protetti.

L’esposizione nazionale non attira solo i visitatori ma anche tutti coloro che da questo afflusso di gente traggono un profitto economico.Una categoria particolare è quella delle prostitute. Alle numerose “professioniste del sesso” che già forniscono le loro prestazioni si sono aggiunte numerose “illegali”.

Nella località di Bienne, una delle cittadine che ospitano l’Expo, secondo l’organizzazione di aiuto alle prostitute, Xenia, lavorano circa 600 “professioniste”, 100 in più di un anno fa.

Lotta all’AIDS

Xenia, che opera nel cantone di Berna, è un’istituzione che si occupa dell’assistenza sociale, umana e sanitaria delle prostitute. Lo scopo principale è la prevenzione contro l’AIDS. Le collaboratrici dell’organizazzione si recano a casa delle prostitute o al loro posto di lavoro e cercano di stabilire un contatto diretto e personale.

“Ci sono donne che non ci aprono nemmeno la porta perché pensano che siamo della polizia. Questo succede soprattutto con donne che non hanno un permesso di lavoro o spesso nemmeno un permesso di soggiorno”, spiega a swissinfo Martha Wigger, dell’organizzazione Xenia. “A queste donne purtroppo non possiamo trovare un lavoro. Altre prostitute invece ci fanno entrare nei loro saloni già la prima volta”.

Con l’aumento del numero delle donne dedite alla prostituzione, per le collaboratrici di Xenia il lavoro è diventato però sempre più difficile. L’organizzazione ha così deciso di lanciare nella località di Bienne una campagna di sensibilizzazione all’attenzione dei clienti delle prostitute, nella località di Bienne.

Donne-manichino

In vari punti della città verranno installati una serie di manichini di legno rosa, a forma di donna e nella classica posa di chi attende un cliente, con una scritta: “Viva il piacere, ma sempre con il preservativo!” Il messaggio è chiaro: Proteggetevi durante i rapporti sessuali per evitare di contrarre la sindrome dell’AIDS. In questo modo Xenia vuole attirare l’attenzione anche di altre fasce della popolazione.

La polizia vede di buon occhio le iniziative di Xenia. “Fanno un ottimo lavoro”, dice a swissinfo Heinz Grossen, comandante della polizia di Bienne. “Ci consultiamo regolarmente e ci scambiamo informazioni su una base di fiducia. Ma non possiamo intervenire. In assenza di leggi vincolanti in materia, abbiamo le mani legate.”

Il dilemma della polizia

La polizia si trova infatti fra l’incudine e il martello. Pur essendo a conoscenza di certe situazioni non può penetrare in un locale senza un mandato di perquisizione. Heinz Grossen si rallegra comunque dei progressi fatti: “La nostra polizia collabora anche con i centri di assistenza per drogati. Una volta ciò sarebbe stato impossibile perché per noi gli assistenti sociali erano tutti verdi o rossi e per loro la polizia era un pugno nell’occhio.”

Intanto il numero di donne straniere che vengono attirate in Svizzera e poi costrette a prostituirsi, aumenta. La polizia lo sa. “Qualcosa deve cambiare”, dichiara Heinz Grossen. Le leggi, ad esempio. Xenia si aspetta che le autorità federali concedano finalmente il diritto di soggiorno anche per queste donne. “Solo così”, dice Martha Wigger, “esse troveranno il coraggio di denunciare i loro sfruttatori, senza dover temere di essere espulse dalla Svizzera”.

Elena Altenburger

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