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“Un’ora per voi” in versione albanese?

Keystone

Un programma televisivo per gli albanesi che vivono in Svizzera. È la proposta lanciata dal deputato ginevrino dei Verdi Ueli Leuenberger per migliorare la loro integrazione.

La destra nazionalconservatrice però non è d’accordo.

Risse, aggressioni, violenze sessuali e guerre fra clan. Le notizie sugli albanesi residenti in Svizzera fornite dalla stampa elvetica riguardano sovente episodi scabrosi che li vedono implicati.

“Una visione unilaterale e negativa che non fa che ingiustamente alimentare le critiche e i propositi razzisti nei confronti della stragrande maggioranza dei quasi 200’000 kosovari che non hanno mai avuto problemi con la giustizia”, afferma il deputato ginevrino dei Verdi Ueli Leuenberger.

Da anni impegnato nella difesa dei diritti degli albanesi in Svizzera, Leuenberger ha accettato lo scorso mese di dicembre la proposta fattagli del giornale svizzero tedesco Blick di formulare una serie di misure atte a migliorare l’immagine di questi immigrati e favorirne l’integrazione nella Confederazione.

Programma in albanese

L’idea di proporre un programma TV per la diaspora kosovara nella Confederazione gli è subito sembrata la soluzione più valida: “Gli albanesi guardano molto spesso la televisione. Ho quindi pensato di utilizzare questo mezzo di comunicazione privilegiato per raggiungere il maggior numero di persone possibile”, spiega Leuenberger a swissinfo.

La trasmissione di un’ora in lingua albanese verrebbe prodotta dalla neonata associazione Migravision – creata ad hoc per l’occasione – e sarebbe trasmessa una volta al mese dalla radiotelevisione kosovara RTK.

Il canale di Pristina, captato in Svizzera, ha infatti già espresso la sua disponibilità in tal senso. “Anche alcune televisioni locali si sono dette interessate al nostro programma”, sottolinea il deputato ginevrino fondatore dell’Università popolare albanese di Ginevra, “ma per il momento non abbiamo ancora ricevuto alcuna precisa conferma da parte loro”.

Integrazione

Un po’ come in passato la trasmissione in italiano per gli immigrati della vicina Penisola – “Un’ora per voi” – o “Telerevista” per quelli spagnoli, “Nje orë për ju” (possibile titolo del programma in albanese) si prefigge di contribuire a migliorare l’integrazione dei kosovari residenti nella Confederazione.

“Siamo convinti della bontà del nostro progetto, che pensiamo potrà fare scuola e dare l’idea ad altre comunità di stranieri di utilizzare la televisione come strumento di integrazione”, afferma il deputato ginevrino.

I contenuti del programma saranno incentrati sulla realtà sociale delle famiglie albanesi immigrate. “Tratteremo delle problematiche più svariate con le quali si vede confrontato lo straniero costretto ad adattarsi ad usi e costumi diversi da quelli in vigore nel suo paese”, spiega Leuenberger.

Ampio spazio sarà quindi dedicato alla scuola, all’avvenire professionale dei giovani, al ruolo della famiglia, alla parità uomo-donna, così come al rapporto con la sessualità.

Per quest’anno, il costo del progetto dovrebbe aggirarsi attorno ai 50’000-70’000 franchi per un totale di 6 episodi, trasmessi a partire dal mese d’aprile.

I suoi promotori intendono presentare a inizio febbraio la loro idea all’Ufficio federale della migrazione (UFM) e alla Commissione federale degli stranieri, per chiedere loro un sostegno finanziario. Per progetti d’integrazione degli stranieri in Svizzera, la Confederazione stanzia infatti ogni anno 14 milioni di franchi.

Finanziamenti

Interpellato da swissinfo, il portavoce dell’UFM Dominique Boillat si dice di principio interessato a progetti di questo genere: “Valutiamo attentamente ogni proposta inerente l’integrazione, sia essa frutto di un’iniziativa pubblica o privata”, spiega. “Se i contenuti del programma televisivo ci sembreranno validi e rispecchieranno determinati criteri potremo contribuire finanziariamente alla sua realizzazione”.

Di tutt’altra opinione invece il portavoce dell’Unione democratica di centro (UDC, destra nazionalconservatrice), Roman Jäggi, secondo cui la Confederazione non dovrebbe finanziare simili progetti perché, afferma, “è esclusivamente compito degli stranieri adattarsi alla realtà elvetica e assumersene tutte le spese”.

Jäggi ha da ridire anche sul fatto che il programma sia previsto in lingua albanese: “Se veramente si vuol parlare di integrazione, simili programmi vanno fatti in una lingua nazionale, altrimenti non servono”, sostiene.

“È evidente che chi risiede nella Confederazione deve imparare una lingua nazionale”, replica Ueli Leuenberger. “Ciò non toglie che proponendo agli albanesi una trasmissione nella loro lingua madre siamo convinti di potere suscitare più facilmente il loro interesse verso la Svizzera e di conseguenza anche verso i suoi idiomi nazionali”.

swissinfo, Anna Passera

1 kosovaro su 10 (circa 200’000 persone in totale) vive nella Confederazione.
In Svizzera i kosovari sono la seconda comunità straniera dopo gli italiani.
1 abitante su 20 proviene dall’ex-Jugoslavia (300’000 persone in totale).
1 persona su 40 parla albanese.

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