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Il lottatore di arti marziali svizzero che è diventato famoso a Taiwan

Emmanuel Mbondo a bordo di un fiume
Il giorno dopo il tifone: a causa dell'acqua alta e della corrente, Emmanuel Mbondo preferisce rinunciare al bagno nelle sorgenti calde del fiume. swissinfo.ch

Emmanuel Mbondo Binyet è probabilmente il primo svizzero a diventare una celebrità della televisione taiwanese. Nella natura selvaggia delle montagne di Hsinchu, il lottatore di arti marziali miste ci racconta la sua vita a Taiwan.

Lasciamo la città di Hsinchu percorrendo un’arteria stradale a bordo di uno scooter. Alla guida c’è Emmanuel Mbondo BinyetCollegamento esterno. Io ho preso posto sul sedile posteriore. La nostra meta: le montagne.

Sfrecciamo a oltre 100 km/h accanto a un tetro cementificio. Si direbbe l’ambientazione perfetta per un film di zombie o di una qualsiasi vicenda apocalittica. Poco dopo, alla fine della città, ci addentriamo in una vallata i cui pendii boscosi si innalzano ripidi su entrambe le sponde del fiume. La natura è selvaggia e la stretta strada si inerpica sempre più attraverso la foresta.

Vediamo una parete colorata lungo il ciglio della strada, seguita da una casa solitaria. “Le persone che vivono qui sono indigeni”, mi urla il conducente.

La strada è ora diventata un sentiero asfaltato, attraversato continuamante da piccoli ruscelli. Il terreno è ricoperto di pietre che l’autista evita con attenzione. Sono le tracce del tifone che ha colpito Taiwan il giorno prima.

A Hsinchu per l’università

Alla fine, la strada diventa talmente ripida che la moto fatica ad avanzare. Scendo dal mezzo e affronto la salita a piedi. Poi, Emmanuel Binyet spegne il motore.

Siamo circondati dalla giungla. Udiamo i rumorosi richiami di uccelli nascosti nel verde. Da un albero giunge un suono che ricorda quello di un dispositivo elettronico andato in tilt. “Cicale”, dice Emmanuel Binyet, che viene sulle montagne di Hsinchu quasi ogni fine settimana. “Qui posso rilassarmi in modo fantastico”.

​​​​​​​Nato a Ginevra, il 34enne vive a HsinchuCollegamento esterno con il figlio di dieci anni dal 2013. La città sulla costa nordoccidentale di Taiwan conta circa 450’000 abitanti. Binyet ha scelto Hsinchu per la sua università, tra gli atenei di punta nel settore della meccanica dei fluidi, la sua specializzazione. Quest’anno concluderà il suo dottorato.

“Fare davvero male all’avversario”

Nella vita di Emmanuel Binyet non c’è soltanto il canyon tra le montagne di Hsinchu, ma anche un mondo implacabile fatto di duri colpi.

Lo svizzero è un lottatore di arti marziali miste, in acronimo MMA. All’interno di una gabbia, utilizza tutto l’arsenale di pugni, calci e prese che ha acquisito facendo pugilato, boxe thailandese, lotta e judo.

“Si tratta di fare davvero male all’avversario”, spiega. Gli incontri prevedono tre round di cinque minuti. Le MMA, dice, sono il vero sport di combattimento. “È davvero violento. È la disciplina sportiva che ha meno regole. Sono permessi colpi di ogni genere”.

In un incontro di pugilato o di kickboxing, l’arbitro interrompe subito il combattimento quando uno va al tappeto. L’incontro riprende soltanto quando il lottatore si rimette in piedi. Nelle MMA, invece, la lotta non viene interrotta, nemmeno quando si è a terra.

Emmanuel Mbondo durante un combattimento nella gabbia
Emmanuel Mbondo nella gabbia delle MMA. ZVG

Come un gladiatore nell’arena

Dei quattro incontri finora disputati, ne ha vinti tre. Una volta, Binyet ha provato sulla sua pelle che cosa significa “fare davvero male all’avversario”: è andato k.o. e ha perso conoscenza per alcuni attimi. Una sconfitta che lo ha però reso più forte.

“Nello spogliatoio e durante l’ingresso nell’arena sono sempre molto nervoso. Là fuori mi aspettano migliaia di spettatori. Una volta nella gabbia, la tensione sparisce e mi godo l’ambiente. Mi sono allenato per questo momento e la gente è venuta per vedere la mia tecnica e le mie capacità. È come quando un attore si presenta sul palcoscenico”, racconta.

Quando l’arbitro sul ring gli chiede se è pronto, Binyet passa immediatamente in modalità combattimento. “Mio dico che batterò il mio avversario. Poi suona il gong e la mia mente si libera: sono allora soltanto istinto e riflessi”.

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Personaggio televisivo

Al ginevrino sono bastati pochi incontri per diventare una star. Quasi mezzo milione di persone segue i combattimenti in televisione. Ma malgrado la notorietà, il dottorando non riesce per ora ad andare oltre il semiprofessionismo. Guadagna al massimo 1’500 dollari a incontro.

A renderlo famoso a Taiwan sono state le sue apparizioni in show televisivi. La sua perfetta conoscenza del cinese, i suoi modi cordiali e il suo umorismo hanno trasformato lo svizzero in una star del piccolo schermo.

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Nel negozio di alimentari, alla stazione di benzina, al ristorante e nella banca in cui lo accompagno, Binyet è riconosciuto dalla gente, la quale si avvicina senza esitare. Gentile e paziente, lo svizzero si intrattiene con i fan e si mette in posa per dei selfie. “Lo scambio con loro mi dà energia e motivazione”, dice.

Grazie alle MMA, incontra non solo gente che lo vuole mettere al tappeto, ma anche persone che vogliono imparare da lui. Cinque o sei volte alla settimana, insegna ai giovani le basi di questa forma estremamente complessa di arti marziali.

Anche la mamma è entusiasta

Ha paura prima di un incontro? “No. Lottare e vincere è il mio sogno. Ma sono teso siccome non voglio infortunarmi o fare una figuraccia di fronte al pubblico”, risponde. Finora è stato fortunato e non si è mai infortunato in modo serio. “In questo sport, ad ogni momento un infortunio può significare la fine della carriera”.

A 10’000 chilometri di distanza, Sylvia Mohr non è così tranquilla. La mamma di Emmanuel è inquieta ogni qualvolta il figlio entra nella gabbia. Una sola volta ha assistito a un incontro dal vivo. “È stato entusiasmante”, ricorda la psicologa. Da piccolo, racconta, Emmanuel si azzuffava spesso. “L’ho così iscritto a un corso di MMA affinché potesse continuare a farlo nel rispetto delle regole”.

A rallegrare Sylvia Mohr sono soprattutto le visite in Svizzera del nipote. “Per me, è importante che mio figlio conosca la Svizzera e che sappia che è casa sua”, dice Binyet.

Emmanuel Mbondo Binyet

34 anni, è nato a Ginevra da padre camerunense e madre svizzera.

Si è interessato sin da giovane allo sport (atletica leggera, calcio, MMA). Si è specializzato nel judo.

Dopo la maturità ha studiato tre anni a Wuhan, in Cina, durante i quali ha imparato il cinese. Si è sposato con una ragazza cinese e ha un figlio di dieci anni. Da sei anni studia meccanica dei fluidi a Hsinchu, sull’isola di Taiwan.

È un lottatore e maestro di MMA. Finora ha ottenuto tre vittorie e una sconfitta.

È il primo svizzero a diventare una star della televisione taiwanese. Durante le sue apparizioni parla di questioni sociali quali il razzismo.

Traduzione e adattamento dal tedesco: Luigi Jorio

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