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100 anni di Esercito della Salvezza in Svizzera

L'immagine classica dell'Esercito della Salvezza Keystone

Il centenario del suo insediamento quale entità indipendente in Svizzera viene festeggiato dall'Esercito della Salvezza con esibizioni di fanfare, fra le quali a Berna la celebre «Hendon-Band» di Londra.

Senza i volontari non esisterebbe

Movimento religioso protestante fondato a Londra nel 1865, l’Esercito della Salvezza sbarca a Ginevra nel 1882 dopo il successo e la rapida diffusione dell’organizzazione in Francia. Dipendente inizialmente da Parigi, l’Esercito della Salvezza svizzero diventa autonomo nel 1901, dopo aver eletto il suo quartiere generale a Berna.


L’Esercito della Salvezza sviluppa la sua attività nei campi più disparati: cure alle persone anziane, centri di terapia e di reinserimento sociale per tossicomani, alcolizzati o altre persone in difficoltà, assistenza ai bambini gravemente handicappati o disadattati ed alle loro famiglie, grazie all’impegno di «soldati- volontari», che in Svizzera sono circa 4.500

Fedeli alla tradizione

Dal nome “Esercito”, alle uniformi, che vediamo spesso sotto Natale durante i cori e concerti di raccolta di fondi la gente può trarre un’idea di “marzialità” che sembra anacronistica e in contraddizione con lo spirito di un’organizzazione assistenziale. Swissinfo ha perciò chiesto alla portavoce svizzera se non sono in programma delle innovazioni in questo senso.

“L’uniforme è una forma d’identificazione che può suscitare nella gente sia simpatia che antipatia, ma per strada siamo così identificabili,” spiega Hedi Zogg.Qualche concessione alla modernità è stata comunque fatta negli ultimi anni, con la creazione, per i volontari, di T-shirt e altri capi d’abbigliamento più “casual” che portano l’emblema dell’Esercito della Salvezza.

In quanto alla sigla “Esercito” la portavoce spiega che non è affatto semplice cambiare il nome di un’istituzione: “Si corre il rischio di creare un danno, perché poi il pubblico non sa più con chi ha a che fare.”

Un letto per tutti

Franz Dillier è il responsabile “Dell’Ostello del Passante” a Berna, sovvenzionato dalla città: 43 letti messi a disposizione per chi si trova improvvisamente in difficoltà:”Chiunque sia in una situazione d’emergenza trova da noi una sistemazione.”

Possono essere persone che vivono per strada per problemi di droga o alcool, persone che lasciano la famiglia o un centro d’asilanti per dei gravi motivi d’incompatibilità. Ma c’è anche chi è appena uscito di prigione e non ha ancora trovato né casa né lavoro. Tra gli ospiti dell’ostello, anche chi ha problemi psichici e ha ad esempio paura a dormire da solo nel proprio appartamento. Circa 10 ospiti ci vivono da più di un anno: uno da ben 16 anni! Ma si tratta di un caso eccezionale:di norma il soggiorno è di pochi giorni.

Visitano l’ostello “anche molti turisti che sono stati derubati, o che hanno perso soldi e bagaglio e vengono a Berna per ottenere documenti provvisori dalla propria ambasciata” aggiunge Franz Dillier.”

I centri sociali dell’Esercito della Salvezza riconosciuti ufficialmente dai poteri pubblici in Svizzera sono 59.

Raffaella Rossello

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