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140.000 firme per le medicine alternative

La medicina tradizionale cinese è una delle cinque terapie che non sono più rimborsate dalle casse malati Keystone

Gli svizzeri si pronunceranno sulla sorte delle terapie complementari: un'iniziativa popolare è stata depositata giovedì a Berna.

L’iniziativa, lanciata un anno fa, giunge tre mesi dopo la decisione del Governo di escludere cinque di queste terapie dalle prestazioni coperte dall’assicurazione malattia di base.

L’ultima parola sulla sorte delle medicine alternative spetterà al popolo.

Giovedì alla Cancelleria federale a Berna è infatti stata depositata un’iniziativa popolare corredata da 140’000 firme – 40’000 in più del minimo richiesto – a favore di queste terapie.

Il testo domanda che nella Costituzione venga iscritto il principio secondo cui «nell’ambito delle loro competenze, la Confederazione e i Cantoni provvedono alla completa considerazione della medicina complementare».

Garantire il rimborso

Lanciata il 23 settembre del 2004, l’iniziativa «Sì alle medicine complementari» vuole garantire la libertà nella scelta della terapia da parte dei pazienti, la libertà nella scelta della terapia da parte degli specialisti della medicina complementare (sia medici che non) e la presa in considerazione di questi tipi di metodi di cura nella formazione, nella ricerca e – per i medici – nelle assicurazioni sociali.

In altre parole, l’iniziativa domanda che chi si rivolge a un medico che fornisce prestazioni alternative, come ad esempio l’omeopatia, possa continuare a farsi rimborsare la fattura dall’assicurazione malattia obbligatoria di base.

Per i terapeuti che non sono nello stesso tempo medici l’iniziativa non modificherà nulla: le loro prestazioni continueranno ad essere coperte dalle assicurazioni complementari, come già succede oggi.

Una decisione molto contestata

In maggio, il ministro della sanità Pascal Couchepin aveva deciso che dal primo luglio del 2005 le casse malati non avrebbero più dovuto rimborsare le prestazioni in cinque settori della medicina complementare: medicina antroposofica, omeopatia, terapie neurali, fitoterapia e medicina tradizionale cinese.

Nel 1999, questi cinque metodi di cura erano stati ammessi a titolo provvisorio fino a fine giugno 2005 nel catalogo delle prestazioni rimborsate dall’assicurazione malattia di base.

La decisione di Couchepin – molto criticata – era stata presa dopo la pubblicazione di un rapporto secondo cui queste terapie non soddisfano i criteri di efficacia, di economicità e di adeguatezza, fissati dalla Legge sull’assicurazione malattia (LAMal).

swissinfo e agenzie

In Svizzera vi sono attualmente:
270 medici omeopati
300-400 specialisti in medicina tradizional ecinese (senza contare l’agopuntura)
250 fitoterapisti
106 medici specializzati in terapie neurali
150 medici che praticano le terapie antroposofiche

L’iniziativa, lanciata il 23 settembre 2004, ha raccolto 140’000 firme.

A fine maggio 2005, il ministro dell’interno Pascal Couchepin, responsabile della sanità, aveva deciso che le casse malati non avrebbero più dovuto rimborsare – da fine giugno – l’omeopatia, la fitoterapia, la terapia neurale, la medicina antroposofica e la medicina tradizionale cinese.

Nel 1999, questi cinque metodi di cura erano stati ammessi a titolo provvisorio fino al 30 giugno 2005 nel catalogo delle prestazioni rimborsate dall’assicurazione malattia obbligatoria di base.

Per i promotori dell’iniziativa, le motivazioni presentate da Pascal Couchepin non sono giustificae. «La domanda per le medicine complementari rimane forte, poiché sono efficaci», ha dichiarato la consigliera nazionale zurighese del Partito popolare democratico Rosemarie Zapfl.

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