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300 milioni di franchi a 300mila vittime del nazismo

Il Fondo speciale per le vittime dell'Olocausto chiude mercoledì il proprio segretariato e conclude le attività dopo cinque anni e mezzo.

Complessivamente il Fondo ha distribuito 300 milioni di franchi ad oltre 300mila sopravvissuti alle persecuzioni naziste.

Se il lavoro operativo finisce mercoledì, lo scioglimento ufficiale dell’organismo verrà disposto dal Consiglio federale dopo la pausa estiva, ha spiegato all’ats la segretaria generale del Fondo Barbara Eckwall.

Una risposta alle polemiche sulla Svizzera

La sua creazione venne decisa dal governo nel febbraio 1997, sulla scia del dibattito relativo al ruolo della Svizzera nella Seconda guerra mondiale. Berna voleva così fare un gesto umanitario nei confronti dei superstiti della Shoah che si ritiene abbiano diritto ad un sostegno. Alla presidenza del Fondo era stato designato Rolf Bloch, che all’epoca guidava la Federazione svizzera delle comunità israelitiche.

Il Fondo è stato finanziato dalle banche e altre imprese elvetiche, come pure dalla Banca nazionale svizzera. In totale sono stati messi a disposizione dell’istituzione 298 milioni di franchi, ai quali si aggiungono circa 5 milioni di interessi sui conti all’estero delle organizzazioni partner.

A queste ultime, fino al 31 luglio 2002, sono stati trasferiti 292 milioni di franchi che sono stati ripartiti fra 305 515 persone. I beneficiari, che vivono in una sessantina di Paesi diversi e in maggioranza hanno fra i 73 e gli 83 anni, hanno ricevuto fra i 600 e i 2000 franchi ciascuno.

Sostegno a ebrei, zingari, prigionieri politici

Più dell’80 per cento dei fondi, ossia 246 milioni di franchi, sono andati ad oltre 250mila superstiti ebrei. Il rimanente è stato devoluto a perseguitati non ebrei, come ad esempio zingari e prigionieri politici, nonché a salvatori di ebrei, i cosiddetti «Giusti fra i popoli».

Barbara Ekwall stima che sui conti del Fondo e delle organizzazioni partner all’estero rimangano circa 12 milioni di franchi non utilizzati. L’assegnazione di questi mezzi residui sarà stabilita dal Consiglio federale. Il Fondo propone di attribuirli a un progetto di sostegno alle vittime.

Nella fase finale al segretariato del Fondo lavoravano sette persone che si dividevano quattro posti a tempo pieno. Al massimo sono state impiegate fino a 11 persone.

swissinfo e agenzie

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